NELL’ATTESA DIURNA
Conservami il respiro clandestino di
quei baci supplicati sulle guance innevate
dell’attesa.
Quel sudare muto di cespugli e mani
tra le genziane senza volto di quegli
indumenti sfilacciati -come aria sterile-
dalla prepotenza nuda delle tue bianche
fontane di cotone.
Quel rosso e chiaro mormorio di forme
e intonaco, inciso nella stanza più sottile
di questo giorno ubriaco, ossessionato
dalla lingua frettolosa di tutte le parole
scritte sulla nuca della tua confusa
assenza.
Assecondando - d’ora in poi - il ritorno
puntuale dei miei più adulti verbi, nel
solco di notturni e silenziosi boschi
Vociferandomi col gusto spinato, e
senza buccia -tuo di donna.
Maria Grazia Vai & Paolo Amoruso
sulle note di “ Parov Stelar - Song For The Crickets “
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