Li senti urlare i miei occhi?
Per te, ho vestito di rosso
le viole e i miei bottoni,
slacciando di poco
le inquiete parole
del mio giardino
Vedessi quanti giorni
conosce il vento
Quel suo camminare
malinconico e stanco
dentro i passi del mio
risveglio,
nel silenzio di un’anfora
colma d’inverni
Niente di più
che una fiammella
muta e di spalle
alla vita.
Eppure, mi hai dipinta
d’inchiostro per tutta
una vita. E per te, ho
annerito di rosso
tutti i viali che recano
il tuo nome
Ora che il labbro del cuore
-è del sorriso
quella tela rovente d’amore
tra le chiome dei miei
sordi colori,
dove ancora ritorno
Dove ancora mi spoglio
Qui, dietro l’ombra sfuggente
degli occhi
Partorendoti la felicità,
o anche solo il sangue della
mia voce
dove -ancora una volta
o per sempre, mi stringi
la solitudine
alla placenta di un sogno-
…sussurrandomi.
Maria Grazia Vai
(ispirata da “ Ritratto di Signora” attribuito a Gustav Klimt)
Nessun commento:
Posta un commento