A SCRIVERTI
Ho lasciato che fosse lo sguardo
timoroso dei tuoi gerani -a partorire
l’adolescenza di quel coraggio clandestino
tra le nocche -ancora vergini della mia voce.
timoroso dei tuoi gerani -a partorire
l’adolescenza di quel coraggio clandestino
tra le nocche -ancora vergini della mia voce.
Quei fiati che sfumano altrove
come un bacio aggrappato alla pelle,
lasciato alle mani -e mai respirati.
Incavati come il sangue di un rimpianto
rimasto coperto nella bocca innocente
del vento.
come un bacio aggrappato alla pelle,
lasciato alle mani -e mai respirati.
Incavati come il sangue di un rimpianto
rimasto coperto nella bocca innocente
del vento.
Quel desiderio d’essere acqua
che brucia, mentre tutto tace -e solo
il sapore del tuo sorriso cammina le
rosse carreggiate dell’esistenza.
Mendicandomi briciole di desiderio
nelle tasche scucite d’ogni vorace
preghiera.
che brucia, mentre tutto tace -e solo
il sapore del tuo sorriso cammina le
rosse carreggiate dell’esistenza.
Mendicandomi briciole di desiderio
nelle tasche scucite d’ogni vorace
preghiera.
La morbida cenere che ci disegna
la bocca, nostalgia di quegli occhi
che strappano l’aria. E si adagia
-leggera, sulla fronte di un sogno
Come fosse -della mia tenerezza,
l’avorio e il sale che ti decora le unghie
e il ventre di un sorriso.
Maria Grazia Vai & Paolo Amoruso
setteluglioduemilatredici
sulle note di “ Underwater Bride – Passenger “
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