MIRAGGI
La vita sarebbe tornata a cadere
morbida come briciole d’acqua
tra parole di silenzio
preziosa come
l’ultimo germoglio di un salice splendente,
come un giorno senza inverni
sulla tavola di chi non ha più fiori, né aria
Sapeva già di terra
quella piccola foglia di cielo che univa il fiato
ai sandali
Sapeva già di bianco
quella mano che ti stringeva al glicine più
alto
doppiamente stretta
alle caviglie zingare
di un inverno senza patria né bandiera
Un accenno di cielo bagnato d’amore
dove tutto mi manca
Dove tutto si perde
tra colori di tenerezza senza tempo,
sbiaditi per eccesso d’assenza
e radici
La vita è un sasso nello stagno,
e piove dal suolo
miraggio dopo miraggio
per diventare storia.
Maria Grazia Vai
13settembreduemila12
sulle note di Renè Aubry “ Aquarelle “
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