IN UN RITRATTO
La solita voce che torna
silenziosa, a coprire le orme degli angeli
attraversando le pietre e i discorsi
-che abitando le mie stanze vuote-
ricade
e scorre per poi volare
appesa alle maglie chiare di un mattino
che somiglia alla vita
ma non fiorisce, né accende le ombre
E tu nel mezzo, tra un viale di ginestre e faggi
con in mano quel che resta
di una carezza da sfiorare
Esattamente al centro del mio dentro
La solita voce che placa gl’inverni.
Con una mano incendia le labbra
con l’altra spegne i silenzi
di chi, urlando, ci ha preceduti
riscrivendo
giorni che si consumano
all’ombra di quell’unico filo d’erba
che bruciando, cresce.
Poco più di un sussurro
raccolto tra gli orli imbastiti
d’un cappotto troppo lungo
Quello color blu lavanda
dove volavano -selvatiche le tue farfalle
Poco più di un sussurro
la tua voce che torna a farsi pioggia
sui massi concavi della mia vita
ma non fiorisce, né accoglie il planare di alcun volo
Mentre si alza l’ultimo perché
col vezzo d’averti fra le maglie del tempo,
e in ogni risposta.
Maria Grazia Vai
8settembreduemila12
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