TAMBUREGGIANTE
La voce ha lo stesso silenzio
di una maglia di freddo,
di un’ombra che germoglia
tra le foglie di un faggio tornato a farsi pioggia
Acqua che torna nello sguardo
di un abbraccio
e si fa vezzo di vivere
nonostante i passi brevi dell’inverno
Eppure il tempo
è un fiume che mi scopre
E tu la foglia che -accadendo, risale la corrente
Lo stelo di un canneto
che inciampa dove la luce fiorisce l’aria
e le sue onde
Il bisogno di cadere
per non dire quanto vento
esiste dietro gli occhi
O quanto pioverai dai teli bianchi della notte
che albeggiando, senza voce
-sta arrivando
Mani di nodi spostano le nubi
ogni volta che attraversi le feritoie del cielo
e lì, come rami tra i sogni vivi dell’estate
ci addormentano il petto
e tutto ciò che mancando,
tra la neve si placa
Tambureggiando
tra i cedimenti del cuore, rinasce.
Maria Grazia Vai
13novembreduemila12
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