SULL’USCIO DELL’ULTIMO VERSO
La vita continua ad abbaiarmi
dove si denuda il sanguinare
della tua assenza, e coprendosi
la bocca con un benda d’acqua
si fa porta che scava l’intimità
agli occhi del silenzio, masticandomi
dove si denuda il sanguinare
della tua assenza, e coprendosi
la bocca con un benda d’acqua
si fa porta che scava l’intimità
agli occhi del silenzio, masticandomi
il candore dei giorni. In questi palmi
nudi e senza vento, in questo gemere
di polvere che spiove tra le dita del
silenzio, che nell’arrendersi mi spinge
all’angolo del fare. Dove mi svuota
l’attimo -evaporando in urla. Senza
neanche evidenziarmi l’accento di
un’ultima carezza sul volto del mio
canto malato. Quasi fosse la follia
di un cieco a violentarmi nello
stomaco di un amore taciuto. Ed io
uno spartito dislessico che pronunciandoti
evidenzia i baci imperfetti dell’attesa.
stomaco di un amore taciuto. Ed io
uno spartito dislessico che pronunciandoti
evidenzia i baci imperfetti dell’attesa.
In questo biascichio di note -affossate
nella gola zittita d’una perla d’avorio
mai avvenuta.
Maria Grazia Vai & Paolo Amoruso
ottogiugnoduemila13
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