Strane forme assume il cielo come lucciole al calar del volo -o il passare dell’inverno sopra i fossi- Qui, dove il mare ti riporta ai piedi del granaio, tra le nuvole d’Agosto e questi fiori di candela
Come il tempo avesse in me la casa e potesse tra le cose che io vivo o che ridendo
mi passano accanto
attraversarti.
E’ il mare che ti inghiotte e ti risputa a me -tra la sabbia e le radici selvatiche dei pioppi- dove
lento si espande basso dentro il cuore
come un ramo di ciliegio nella gola come se –davvero, mi esistessi
Strane voci han le cicale, questa sera rannicchiate nel silenzio che si aggira tra le case
mentre il crescere dell’erba nel cortile sale in alto
Tra i palmi e le finestre di tutte le stagioni Tra i sassi a forma di giorni e in tutte le corti di neve e di rose Così
piovendo, ovunque arrivi da lontano un’altra volta, e poi ancora A poco a poco dalle grondaie di questo presepe viaggio E ancora tra le riviere le conche di muschio e la risaia che -dentro me, è la tua casa
Selvatiche, come le rose del mare che profumano la riva
Irriverenti, accartocciate alle piume dei delfini
all’ombra dell’orizzonte cielo
lo sento, sai?
lo stridere del merlo sopra lo scoglio
Quel buio che si placa -e non si muove
dietro lo sbuffo, nel trascorrio del tempo
madido -tra le sue mani,
consunte, ma che ancora si lasciano sgranare
e più velocità
imprimono alle onde
d’altre nenie, e azzurri chiari
prima ancora che la pioggia cali
fino all’angolo più basso del mattino
dove arrivano di ronda
in folti cerchi d’acqua,
-in cerca di una preda,
le bocche del silenzio oceano.
Maria Grazia Vai
23novemvreduemila14
dalla silloge contenuta in “ CONCHIGLIE d’ AUTORE “ in uscita a gennaio PoesiArte LIBRI D'ARTE IN POCHE COPIE copertine dipinte a mano dal pittore torinese Alberto Bongini Edizioni OCTOPUS