DOVE S’AFFACCIA IL CIELO
Maria Grazia Vai, settedicembreduemila14
“Un giorno, sarò l'argento delle loro spighe...
così come loro, l'oro dei miei giorni"
A Giacomina e Renato, le mie
radici lanciate in aria, nel cielo
Un
lento vociare, silenzioso
sarà
l’unico sguardo con cui misureremo il sole,
l’argento
delle spighe dentro un abbraccio
il
canto dei nidi tra le pieghe del vestito
così
che nel mio ventre
e
in tutte le tue strade
sarai
l’unica scusa per lanciare in aria un fiore
Ho
pensieri che sanno di vento
e
nuvole che nel migrare rattoppano questo dissesto
di
tenerezza e pioggia che m’hai lasciato
Ho
labbra che riconoscono il pianto
e alla sua vista depongono l’ultimo volo
Braccia
che raccontano il mare e la neve
mentre
l’erba della tristezza
-sotto
vento, rimane ferma.
E’
un lento vociare, il silenzio delle tue mani
dentro
la testa
lontano
dalla mia vista
troppo
vicino alle piume della mia quiete
che
ancora non ti conosce
ma
che t’insegue -come lumaca d’inverno, la scia
Lì
dove s’affaccia il cielo, e tu sei la tela che mi rammenda gli occhi
e
la voce.
Maria Grazia Vai, settedicembreduemila14
“Un giorno, sarò l'argento delle loro spighe...
così come loro, l'oro dei miei giorni"
A Giacomina e Renato, le mie
radici lanciate in aria, nel cielo
1 commento:
SDRAIATO SULL'ERBA...un lieve vento alle tempie, tiepido il sole...e le tue "piume" sfiorano il cuore...GRAZIE A TE !
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