OVUNQUE MUOVE LA RASSEGNAZIONE
fattasi parole di sangue, tra i
silenzi
-ingiusti delle sue strade, anche
lo sguardo
violento dei suoi ausili, rimasti
orfani d’una
mano che, solo nella luce del
sonno le porge
la sua voce, e l’ascolta.
Mentre nell’eco del giorno che non
ritorna
nasconde tra gli sguardi
invisibili la realtà
delle sue gambe paralizzate, e lì
soltanto
le sente correre, fino alla
spiaggia del conforto
dove il mare è babilonia
d’ilarità, o finalmente
il gergo straripante d’una
vittoria, -madre d’altre
apoteosi da riempire. O
dimenticare.
Urne in cui bruciano insieme al
silenzio, da cui
fluisce intatto -tra le ossa
ancora vive- il
sangue di una rosa. O solamente il
grembo
-che n’è la spina, conficcata
nello zoccolo
della bestia che l’ha uccisa.
Maria Grazia Vai
maggioduemilatredici
... sulle note di “ Piano Magic - The Blue Hour “ ...
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