Sospiri
di passaggio. Queste voci
di grondaia che piovono -indossandosi
da sole- Quei viola, che assaggiandomi,
nemmeno più ascolti. Nemmeno il vento.
Eppure, ti avrei confuso col rumore
delle ortensie, fra le conche di un
labbro in rivolta, a ricordarmi l’edera
su cui fiorendo ciondolavi. Lentamente,
come l’occhio di un tramonto che
attardandosi, indugiava. Dove ancora
la tua assenza mi è radice che crescendo
scrive l’afa e il suo silenzio. E si racconta
nel mentre la dolcezza scompone
[e tu sei]
l’orlo sfilacciato dei miei fianchi.
Maria
Grazia Vai
trentamaggioduemila13
di grondaia che piovono -indossandosi
da sole- Quei viola, che assaggiandomi,
nemmeno più ascolti. Nemmeno il vento.
Eppure, ti avrei confuso col rumore
delle ortensie, fra le conche di un
labbro in rivolta, a ricordarmi l’edera
su cui fiorendo ciondolavi. Lentamente,
come l’occhio di un tramonto che
attardandosi, indugiava. Dove ancora
la tua assenza mi è radice che crescendo
scrive l’afa e il suo silenzio. E si racconta
nel mentre la dolcezza scompone
[e tu sei]
l’orlo sfilacciato dei miei fianchi.
trentamaggioduemila13
sulle
note di “Jürgen paape - pray “
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