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sabato 11 maggio 2013

D'Obliquo Alle Cicale


 
D’OBLIQUO ALLE CICALE

 
E scavarmi, tra la grandine
e l’acqua della tua carne.
Diventando la brina
che -ricalca sogni nello sguardo più
timido del bicchiere-
 
Quello che graffiandomi emerge,
lasciando che sia l’intradosso d’una
noia esaltata a fiorirmi nuovi orizzonti
tra le falde mute dell’inguine.
 
Mentre ti rifletti e ti sollevo, alzandomi
-bocca sanguinante del mare-, entro la
quiete carnale dei tuoi seni.Scalzi.
 
E affusolarmi, tra le rosse conchiglie
dei tuoi anni. Delineandoti il volo -obliquo
delle cicale.
 
Quel gracchiare che rende possibile
-d’ogni inciampo- la vita e la neve.
 
Sempre.
 


Maria Grazia Vai & Paolo Amoruso
undicimaggioduemila13


 sulle note di “ Tomorrow’s Song” Olafur Arnads

 

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