NOTTURNI E SILENZI
Percepirti fin dove sfiora l’erica
Fin oltre l’immobile dire
delle tue braccia di pietra e
tempesta
Nelle mani senza tempo
dove alterno la verità dei fiati
alla mancanza della tua pelle
in luoghi che fluiscono
come le voci dell’inverno
sul petto delle mie preghiere
Di quel colore che arranca
fino a riemergere
indelebile
dai notturni della tua bocca
di cera
dove ti aspetta l’ultimo grido
prima di sciogliersi in neve
Sanguinando
pronto a chiamarti -di pioggia e
silenzio-
per nome
Maria Grazia Vai
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