UN BUIO DI FINESTRA
Acqua e poi di nuovo il sibilo del vento
Lo sento scivolare sopra i tetti,
dentro i sandali e le rughe
per poi cadere sopra le rotaie
di un viaggio abbandonato
E’ questo andare di nebbia e foglie
quel tintinnio di voce
che arriva a sbiadire gli occhi
e stingermi il silenzio
E’ la tua mano che non vedo
o che non vuole entrare
e resta fuori, senza dire niente
E’ il buio che ritorna
ad incensare le finestre e il bosco
questo annaspare di parole
su cui scivola, senza cadere
l’urlo feroce della notte
Quel nero
che mi gronda la bocca
ma non mi ascolta
Che alberga le mie stanze
E che non vuole
andare via.
11marzoduemila13
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