QUE JE ME DEMANDE
Restami cielo
tra il petto e il buio
in questo albeggiare di silenzi che stringo
nella mano che ti ricama come intarsio,
come lo scorrere degli occhi sui vetri scolpiti
dalla pioggia
Potessi sciogliere
i legacci di questa lacrima assassina
e averti ancora sulle guance
ti azzurrerei le labbra
in infiniti istanti di tempeste e luna
Come salsedine sugli occhi
-sottovoce-
ti scriverei ancora
dei giorni che maturano la tenerezza delle more
ti scriverei dei girasoli a margine di un cielo senza nome
e di lacrime ad inondare i fiati di settembre
ti scriverei ancora
come nuvola che pulsa i rossi argenti dell’aurora
chiamandoti
solo una volta, o per sempre
Amore
mentre mi chiedo dove sei
e lì, Ti perdo
tregennaioduemilatred
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