E sei, delle mani
la voce nascosta dai legni delle stagioni
la strada che ora
è solo un passaggio tra il grano e la notte più buia
Una di quelle senza
misericordia di stelle né quiete
una di quelle che non hanno riparo
né appigli di vento
Anche la luna
così appuntita che sembra di ghiaccio
rompe il silenzio di un giorno che pare la supplica
di un santo straniero
E la mia bocca, che pure aveva un’anima
si fa rumore tra le parole e
l’orizzonte mare
Non vede l’acqua
che ti sgorgava tra le radici
che ti sgorgava tra le radici
Non sente l’aria, ora seccata
che separava l’inverno dalle nuvole d’Agosto.
Insonne striatura
mi scopre mattino
ad inseguirti -da ogni versante,
ogni giorno, la vita-
Maria Grazia Vai
10agostoduemila14
a mia madre, regina tra le stelle…mentre le stelle cadono, la notte di San Lorenzo
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