sARAI
Sarà quell’aria accesa sopra i vetri
delle tue parole, a regalarmi amore
ai seni di carta delle stagioni.
Nutrirà l’ingenuità -ancora sveglia
sotto le ciglia sudate di quelle storie
vissute negli incomprensibili giardini
di seta rossa.
Arriverà confusa, indossando un solo
impaziente e vorace ricordo. Un’immagine
d’acqua dallo stesso sapore dei tuoi muti
cancelli. E di me, brucerà ogni alba dimenticata
vestita, nel fuoco più timido dei tuoi inverni.
Arriverà, sorseggiando il battito più
colorato nell’antro vergine della casa
di sorrisi che per te ho costruito, mentre
distante ascoltavi il pianto del mare.
Fin oltre le nuvole con cui mi stai toccando
il cuore. Tu che sei -della foga del silenzio,
l’ammutolirsi del vento sulle federe di pizzo
dei nostri incroci d’occhi. Nervosi,
tra le mani infreddolite dei miei sogni di latte.
Maria Grazia Vai
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