METAFORE E SILENZI
Respirami dove la sera trova il coraggio
d’indossare la cute impaziente delle lucciole.
Nell’iride scoperta di quel cancello latitante
dove arrossisce ancora la mia mano, in cerca
dei tuoi occhi viola, come la zolla che salvò
la voce delle carezze sulle labbra inermi di quel
muto sacrificio.
Quel mentre dove sboccia l’ancora che stringe
il passo al tuo volere e sfocia in vento
l’insonne scricchiolio del tuo cuscino
Quello che stinge fino alla secca del silenzio
e ghiaccia tra i fiori del Mirto
Finché saprà bruciare il sogno che fosse la
paura -a domandarci il cuore di quella
parola rimasta sepolta nella cecità del tuono.
Come il sangue avesse disegnato il segreto
delle nostre fermate sul volto di quello spinoso
lavacro, fiorito altrove, il giorno in cui persino
il dolore camminerà scalzo sull'utero del nostro
vorace comandamento.
Lì, nel fondo dell’Anima dove il tempo
prenderà vita -abbandonando le sue forme
quasi fosse la carta di zucchero
che avvolgendo la pioggia -ti respira,
con la metafora d’un solo fiato.-
Maria Grazia Vai
video di Maria Grazia Vai
voce narrante Gianluca Regondi
musica di Frederic Delarue
" From My Heart "
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