TERRITORI DI SILENZIO
In quell’andare d’autunno,
dietro i battenti d’Agosto
scompari
Leggera, dai muri e le porte,
da quella stanza
ch’è sabbia tra i rovi e il
cemento
cemento
Sottile, come la nebbia
di pioggia in pioggia
sussurra parole d’asfalto
e in trasparenza di
vetro galleggia nel cielo
vetro galleggia nel cielo
Distante,
di nuvole e d’aria in tempesta,
dentro le barche di carta
Sopra le cose disseminate d’Amore
che parlano e disegnavo per te
Finché non si posa
-e a piccole gocce,
rivela
le più silenziose tra le distanze
in echi di foglie senza oriente
che afferro -e ascolto
in lontananza, tornare
Quel movimento che odora d’eterno
e di neve. Dentro cui finalmente
mi siedo
mi siedo
E, ferma ti nascondo.
Maria Grazia Vai
11novembreduemila17
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