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domenica 29 giugno 2014

TRUE COLORS


 

TRUE COLORS

 
di Maria Grazia Vai  & Paolo Amoruso
poesia tratta dalla silloge
ALDEBARAN

 

Disegno crepe sulla terza spalla del giorno
respirando la durata spessa della tua distanza.
 
Provo a raccoglierti nell'intestino delle virgole
quelle che ad ogni angolo ti riflettono
apostrofo viola in ogni scansia del sonno
che inseguendoti tarda ad arrivare.
 
Ti entro ancora
dove non mi stai guardando
e provo a chiuderti in un gesto, in un respiro
spogliandoti la tenerezza da quel verde
che ti canta il cuore e i suoi merli
 
Cammino dove le tue mani sono ancora
il fiato con cui dipingo il sole
e schiudo l'orizzonte oltre ogni riva
e il suo buongiorno.
 
Disegno crepe sul fianco morbido di un sogno
mentre piovono le solitudini degli occhi
e mi resta poco fiato. 

Basterà per salvarti?

 
 

Maria Grazia Vai  & Paolo Amoruso
2013, Rupe Mutevole Edizioni
ISBN 978 88 6591 286 7
in copertina " INNO ALL'AMORE " di L.M.Bottari
prefazione a cura del poeta Gianluca Regondi

POICHÈ NIENTE, É PIÚ DI TE


 
 
POICHÈ NIENTE, É PIÚ DI TE
 
una poesia di Maria Grazia Vai
voce narrante Gianluca Regondi, Poeta
sulle note di “ IL MURO DI ALDA “ di Stefano Ottomano
 
 

 
Neanche il cielo può comprenderlo,
questo volermi consumare dove la
tua bocca è una stanza immobile.
Dove ogni affetto è una pretesa per
non smettere di ascoltare il tuo dolore.
 
Niente, più di te, è capace di spogliarmi così a lungo.

Di rubare la voce a quello
che continua a bruciare e non sa leggere
dentro i pozzi ruvidi dei desideri. E poi
esplodere, sulla fronte sudata, in cui le
mie stesse mani scappano.
 
Solo gli occhi lo sanno. Per questo
annegano ciò che guardano, quando
non ci sei. Sciogliendo persino il tempo
e il suo lamento, che t’immaginava sordo
Poiché di tutti i sogni che ho indossato
soltanto tu m’hai resa un verbo.
 
come fossi -di un bosco- l’appiglio tra i fiori del ciliegio

 Solo per ricordarti che di soli petali
non vivo, e di sole radici non disseta
la ruga che ho nel petto. Poiché
bramo l’Amore e la tua bocca
fra le braccia delle mie
giovani -erranti betulle.

 
Maria Grazia Vai

 

sabato 14 giugno 2014

IL MIO AMORE E’ UN FOLLE

 


IL MIO AMORE E’ UN FOLLE
 
Accade che il giorno
precipitando nell’inerzia d’uno specchio,
mi lega i polsi con una fune di spine,
e poi m’annega nel timore
di non essere quella pioggia
che tutte le notti ti bacia il sorriso,
mentre dorme. 
 
Quelle ore in cui la speranza
stringe all’intestino dei tulipani
 
E indossandone il colore,
scrive una lettera senza
inchiostro né pieghe.
 
Un foglio di sangue e sogni
che mi racconta -restando in silenzio-
 
E come tutte le pagine
alle quali appartengo,
i tuoi occhi sono gli unici
che possono accogliermi.
 
Ma se non puoi guardarmi
allora pensami. Perché il mio amore
è un folle che sogna di salvarsi
 -nei passi felici delle tue ferite-
 
Perché di Te maturano i fiori e
la pioggia, e come teli di Luce
inchiodati alla carne delle
tue stelle, vivono
 
-senza parlare. Senza dolore.
 

  
Maria Grazia Vai
sulle note di “ Una Mattina “ di Ludovico Einaudi


lunedì 9 giugno 2014

SULLE GRONDAIE

 
 
 
 


  
SULLE GRONDAIE

 
Come angeli
di neve
impronte nei cortili vuoti
rimane
un graffio tra le foglie
All’ombra, le ciotole di terra
Nel mare di novembre
solo piume di delfino
E il dolore
che scivola dalle grondaie
in fiore
Che porta la quiete
della pioggia

E annega tutto ciò
che nel cuore
è troppo.
 
 
maria grazia vai,
ottogiugnoduemila14

sabato 7 giugno 2014

Lungo la via

 
 
 


LUNGO LA VIA

 
Sembrano pezzi di cielo
che nessun dio vuole più
e cadono giù come
sassi abbandonati
Sprofondano tra
i passi
d’acqua
mescolando rumori
e pioggia
come fossero melma
In questo tragitto che
invoca ancora un
giorno
ma non ha tregua
e questo mio
sentire
che intreccia
collane a tronchi di spine
e vive
per sola accettazione
di tempo
Forse la notte
saprà donarmi un
suono
da ricordare
mentre accolgo
ciò
che dai fossi
emerge
e annega le rose
del mio giardino

 
di gesso.
 
 
 
maria grazia vai
8giugnoduemila14


a Mojito in lovely memory