DI PLASTICA E SPINE
E’ un viaggio tra le ruvide curve
di giorni ancora da percorrere
questo fiato di cenere e intenti
tra gli spifferi di vecchie canzoni
francesi. Questo gemere di pioggia
che s’acuta fra i palmi senza volto
Dove il vento e un sorriso m’arriva
da un tempo che non è mai esistito
E mi scopre la bocca -e il suo dire
Di polvere, questo silenzio senza
pelle che assorbe il vuoto e sbriciola
le rose evaporando in pianto.
E i neri seppiati della memoria
come la mano di un rosario, li
stringe al seno. Di plastica e
spine.
Maria Grazia Vai
ventiottobreduemila13
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