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mercoledì 30 ottobre 2013

LORENZO MARIA BOTTARI Tributo ad ALDA MERINI

BIBLIOTECA COMUNALE “ALESSANDRO MANZONI”
Piazza dei Popoli, PIOLTELLO (Milano)
dal 31 ottobre al 12 novembre 2013

LORENZO MARIA BOTTARI
Tributo ad ALDA MERINI



Il Comune di Pioltello è lieto di ospitare, nella Nuova Biblioteca "Alessandro Manzoni", un evento dedicato a due persone che hanno vissuto e vivono con arte: la poetessa Alda Merini, per ricordarla nell'anniversario della sua morte, e l'artista Lorenzo Maria Bottari, amico della poetessa e nostro concittadino. L'evento è tutto rivolto all'arte: arte poetica che si contamina e si arricchisce con l'arte pittorica.
L'artefice di questo evento raro, Lorenzo Maria Bottari, vive e lavora a Pioltello da molti anni. Dipinge e crea opere di ceramica e si cimenta anche con altri materiali. Da Pioltello si sposta a Londra, New York, Parigi, dove presenta mostre e iniziative. Già nel 2008 avevamo ospitato una mostra personale, dedicata ai suoi quarant'anni di attività artistica e oggi riprendiamo la collaborazione con lui su una proposta originale e coinvolgente: ricordare Alda Merini con quadri dedicati a lei e alle sue poesie. Alla serata di presentazione partecipano il fratello della poetessa Ezio Merini, Aldo Colonnello e alcuni poeti, suoi grandi ammiratori, Maria Grazia Vai, Nunzio Buono, Gianluca Regondi e Maria Cutugno che leggeranno le sue opere, mentre il pittore Bottari la ricorderà attraverso gli episodi dell'amicizia che li ha legati. La Biblioteca Comunale, centro di cultura e di elaborazione artistica e letteraria per la nostra città, è il luogo più adatto ad accogliere questa proposta nell'ambito dell'azione di valorizzazione dei talenti della città.  

Fiorenza Pistocchi  (Assessore alle culture)

   
Il “Pittore” è un coraggioso vate
delle immagini
E dei loro colori ne è
                         il più grande profeta
Lorenzo Maria Bottari, prima di essere un importante pittore e grande maestro dell’arte nella sua più ricca forma espressiva, è un’anima rara, dallo sguardo e il passo fedeli all’amore per la vita, speciale in tutta la sua pienezza. È l’eco armonico e magnifico del verso che i suoi genitori hanno lasciato tra le pagine dorate del suo tempo. Ed è il padre dei suoi bellissimi figli. Il suo è il respiro dell’uomo “che ha vissuto” e che ha saputo farlo perché lo ha desiderato, e che ora, davanti alle tegole adulte dell’esistenza è pronto a dirsi capace di “raccontare” ciò che il cuore non può dimenticare, che  invece necessita di “essere dato” a coloro che possiedono la melodia sacra della sensibilità, per accoglierlo. Quella stessa capacità di restare accovacciato tra l’entusiasmo e la fame che i silenzi puliti partoriscono, che lui ha sfruttato, quando tra una rotta e un nuovo viaggio, ha ricevuto in dono l’incontro di personalità alte -dalle menti e dal sentimento ricoperti di fuoco e passione-. Quelle voci elevate e tonanti di “conoscenza” gli hanno descritto la strada che conduce all’insegnamento del cuore, quello che -prima d’ogni altra tecnica o ragionamento, spoglia il coraggio d’ogni nero riflesso, alla volontà sfrenata della libertà; quella di creare la magia, rendendola un simbolo divino del desiderio puro. Il desiderio di proteggere continuamente l’affetto che ci appartiene, che possiamo condividere con chi prima di giudicare l’esteriore, non aspetta altro che attraversarci dall’interno, di scorcio alle forme che il “mondo” si prefigge di mantenere intatte. E colui che apprende, traducendo il veritiero senso della parola, non può tenerlo per se e non insegnarlo.
Lorenzo Maria Bottari, appunto, non smette mai di insegnarcelo, piuttosto è lui stesso a raggiungerci, descrivendocelo alla sua straordinaria maniera, quella della Pittura, e della Poesia che la stessa custodisce. E’ infatti, Lorenzo, anche un poeta; il suo intento artistico è un atipico guerriero che adora prendere per mano la natura dell’ascolto, e dove la vernice feconda del suo emotivo resistere-percorrere l’età universale della presenza è già una meravigliosa esplosione di visioni e salvifici itinerari, vi si aggiunge l’incanto delle parole, delle liriche nude, oltre qualsivoglia barriera dell’ombra che non sa spiegare il suo nome. Anche se, Lorenzo, non osa definirsi tale. Lui dice di non essere uno scrittore, ne tantomeno un poeta. Ma dando sempre importanza alle ricche conoscenze che la voluttà di vivere ci riserva, ci descrive quanto sia fantastico e potente, dopo aver scritto con le pitture, dipingere con le parole. Questo, proprio perché Lorenzo Maria Bottari è uno spirito umile, onesto, leale, amante della fiducia e della generosità altrui. E’ un grande amico, uno speciale e vero. Un amico, un fratello, un padre. Un figlio da coltivare. Acqua, Terra, Aria, Fuoco da respirare.

Ascoltare, osservare, immaginare e conoscere attraverso il fiato di Lorenzo Maria Bottari, è viaggiare senza l’ansia o la paura di dover mantenere vivo il giudizio di una folla spietata e sempre pronta a impedirti di danzare attraverso il corpo dei sogni. Tutto ciò è possibile perché la sua è un’Arte vissuta senza macchie o invisibili scheletri, è un precetto che sa di giorni veri.
E per questo, non si spegne nella normalità delle ore.

Maria Grazia Vai


VERNICE 31 ottobre 2013 alle 17,30 

VERNICE 31 ottobre 2013 alle 17,30
Presenta
Aldo Colonnello


Alla serata di presentazione partecipano
il fratello della poetessa,
Ezio Merini
e i poeti, suoi grandi ammiratori,
Maria Grazia Vai
Nunzio Buono
Gianluca Regondi
Maria Cutugno
che la ricorderanno con la lettura  delle sue opere
mentre il pittore la omaggerà attraverso gli episodi 
dell'amicizia che li ha legati.

Lorenzo Maria Bottari nasce a Palermo il 29 agosto 1949 e dal 1968 a  Firenze inizia il suo incontro con l’Arte. Vive e opera a Pioltello (Milano). Vanta più di 500 mostre in Europa e  oltre oceano  (New York, Londra, Vienna, Parigi, Milano, Stoccolma, Copenaghen).
Significativi gli incontri e frequentazioni con De Chirico, Guidi, Guttuso, Cagli, Lam, Kodra e altri che oggi fanno parte  della  Storia dell’Arte Contemporanea.  Di lui hanno scritto Walter Schönenberger, Renato Guttuso, Leonardo Sciascia, Brian Sewell, Franco Solmi,  Alda Merini  e altri importanti nomi.


  
BIBLIOTECA COMUNALE

“ALESSANDRO MANZONI”

Piazza dei Popoli, PIOLTELLO (Milano)
dal 31 ottobre al 12 novembre 2013


perché “ Anche la follia merita i suoi applausi “
 (Alda Merini)






perché “Ho mille difetti…e so usarti tutti”
( Lorenzo Maria Bottari)

E d’amaranto mi veste i polsi


 
 
Altrove, come il succedere
di una bugia dinnanzi ai diaspri
dell’ultimo grido d’estate.
 
Oltre le siepi degli occhi,
in questo buio d’argento
che flebile mi ascolta e di morbida
brace mi strazia.
 
Impervia E silente,
come il cadere della resina
quando s’aggrappa alla gola
e lì -si scava un nido di follia-
 
Lassù, fin dentro i palmi e la memoria
dove ti mescolo tra giunchi arrugginiti
e il cantico d’un glicine di spine
 
Accadi, e d’amaranto si veste il seno
 
mentre risali senza fretta e senza forza
giacendo morbida e leggiadra
come collana
sui polsi aguzzi d’una preghiera
 
 
 Maria Grazia Vai, 30ottobreduemila13
 
 
 
sulle note di Tchaikovsky - The Seasons - October ("Autumn Song")

giovedì 24 ottobre 2013

E NON CHIAMARLO PER NOME

 
 

 
  
E’ una storia dalle sembianze colme
di segrete genesi da riempire, questo
nostro domandarci -il criterio di un futuro
che ritarda il pianto tra le medesime attese
o le più folli scelte, che un giorno ci resero
obbedienza mentre l’amore recitava nudo
la sua parabola.
 
E da allora mi lascio colmare senza nulla
dire dalle sue giovani rime, dalle parole arse
al buio sul derma di fuoco del tuo guardare.
Da allora scrivesti le notti in un solo giorno,
di quel colore -come il silenzio sottovento,
bagnando le irregolari cuciture di un bacio.
 
Distante mille vite -improvviso e perso.
Ma vicino -oggi, come i sorrisi che la vita
continuando a pregare, senza timore di
respirare l’ultimo desiderio, mendica nel
verso delle più antiche placente.
 
Mi accettasti il tempo, e d’ogni suo demone
spogliasti il silenzio, come solo il sangue delle
croci è capace. Salvandomi -della voce la più
sincera fame di Poesia. E l’apatia fu solo un’eco
debole, innamorato di altri confini e senza più
sogni da violentare.
 
Poi, tornò a correre il gergo delle stagioni, e mi
regalasti spazio nel seno mai sfiorato delle tue luci.
Dove tutto tace -e l’innocenza, consumandomi la carne
resta la più grande felicità
 
Dove arrivi a transitarmi gli occhi, i fogli tesi e le mie
lune gocciolanti. Ma non sai dirmi di che colore -nevica
la pioggia.

 
 
 
Maria Grazia Vai & Paolo Amoruso
22ottobre2013
…mentre la stella Aldebaran si accende, affianco alla Luna….
sulla scia di Trees Of Eternity - Black Ocean 

martedì 22 ottobre 2013

Dove si attarda il cielo di Maria Grazia Vai (Amore)

 
DOVE SI ATTARDA IL CIELO
 
 
Ora che il tempo non indossa più
maglie troppo strette,
e ci resta il fiato di altre direzioni
tratteggiami tra le fibre del tuo fiato,
 
perché io possa raggiungere
lo sguardo della tua ferita più grande
Laddove il pozzo è ancora troppo profondo
per risalire, ed io sarò la tua scala di sorrisi
 
(o la luce di un giorno senza vento)
 
Tienimi stretto alle tue mura di cinta,
dove i salici piangenti
hanno riso per millenni fra le tue carezze
ora che il giorno tarda a ricomporsi
e ancora non c’è vento
 
e la luce, ha l’odore di qualcosa
che sboccia -senza ferirsi, tra le spine di una rosa
Lì, dove mi porti ad assaggiare l’aria dei tuoi occhi,
sulle spalle addormentate, come un fiore ancora acerbo
lì, nel tuo nido di fiato e capelli
 
(dove sanguina la bocca di una zolla)
 
 
PaoloAmoruso&MariaGraziaVai

domenica 20 ottobre 2013

DI PLASTICA E SPINE

 
 
DI PLASTICA E SPINE
 

 
 
E’ un viaggio tra le ruvide curve
di giorni ancora da percorrere
 
questo fiato di cenere e intenti
tra gli spifferi di vecchie canzoni
francesi. Questo gemere di pioggia
che s’acuta fra i palmi senza volto
 
Dove il vento e un sorriso m’arriva
da un tempo che non è mai esistito
E mi scopre la bocca -e il suo dire
 
Di polvere, questo silenzio senza
pelle che assorbe il vuoto e sbriciola
le rose evaporando in pianto.
 
E i neri seppiati della memoria
come la mano di un rosario, li
stringe al seno. Di plastica e
 
spine.
 
 
 
 
Maria Grazia Vai
ventiottobreduemila13

LIBERIAMO LA POESIA


Casa museo
alda merini
 
 



" la casa della poesia non avrà mai porte"!
(Alda Merini) 
 
Chiudendo la Casa Museo
abbiamo imprigionato la poesia...

FIRMA LA PETIZIONE!!!

perché non sempre -quello che facciamo-
riesce a raggiungere la meta o il senso
ma non possiamo saperlo fino a che
non abbiamo tentato in tutti i modi
di farlo…
 
 
(maria grazia vai)

 
 


martedì 15 ottobre 2013

MENTRE TUTTO SCORRE



 
 
MENTRE TUTTO SCORRE

Accade che il cielo si copre d’un grigio che soffoca,
una tinta vorace che rimbomba sofferente nelle mie stanze
che mi spoglia, e assorbe il mio sudore
nella pioggia che non arriva.
 
Allora solo l’ombra rarefatta della tua veste,
quasi fosse un cigno tra le macerie del mio fiato legato
riesce a fare scalo, tra le voci di un buio che si fa pozzo
di un silenzio e la sua corsa.
 
Ora che la distanza è un tragitto di poche scritte
torna ad essere neve sulla ringhiera dei miei versi,
perché l’amore sarà eremita affianco alle nostre voci
ed io potrò viverti nell’arte dei suoni,

mentre tutto scorre, qualcosa tace,
e qualcos’altro si fa sentire
come schiuma di mare tra gli scogli,
e occhi che si leggono tra i fiati di un falò.
 
Accadi tra un alone di pensiero che a sera si fa risacca.
Dove nulla rimane, solo fuliggine tra i sassi bianchi
di un tramonto, e poi di nuovo macchie di colore
a scoppiettare tra i tizzoni spenti della vita
 
Dentro ai giorni senza vento e poche scritte di memoria,
in quel gracchiare lento del mattino che anche oggi
avrà qualcosa in più da ricordare
Dimenticandosi di te, e poi di nuovo
 
mentre tutto scorre, mi aspetterà tornare.
 


 

poesia di Maria Grazia Vai e Paolo Amoruso
tratta dalla silloge ALDEBARAN
voce narrante Gianluca Regondi
sulle note di " Time For Use " di Andre Rieu
video di Maria Grazia Vai

 

domenica 13 ottobre 2013

A Parigi pioveva

 
A Parigi pioveva
 
C'è soltanto la pioggia
e una luna sottile
che sonnecchia tra i gatti,
sui tetti francesi.
Lassù
dove il cuore mio tace
perché tutto mi parla di te
con quell'accento straniero
che scivola giù dai capelli bagnati
e poi cade,
perdendosi poi chissà dove
mentre la nebbia passa di mano
e si stringe l'inverno.
 
C'è soltanto la pioggia
 
e lo scambio veloce del vento
tra i finestrini vuoti del metrò,
fra i lampioni di ghisa,
tra le mansarde dei vicoli scuri.
Tra i silenzi, le Rue e i pensieri.
Chissà se puoi sentirli,
amore
la voce pungente e l'odore del fiume,
dei tulipani e del vino
che sfumano
come le vecchie canzoni d'amore.
 
Ricordi? A Parigi pioveva.
E non ti ho detto mai
quanto ci penso, ancora.
 
 
Maria Grazia Vai
1gennaioduemila11
 
Poesia e video di Maria Grazia Vai
Voce narrante Franco Picchini
Sulle note di " Oblivion "
di Astor Piazzolla
 

sabato 12 ottobre 2013

MENTRE TUTTO SCORRE (dalla silloge ALDEBARAN)

 
 
Mentre tutto scorre

Accade che il cielo si copre d’un grigio che soffoca,
una tinta vorace che rimbomba sofferente nelle mie stanze
che mi spoglia, e assorbe il mio sudore
nella pioggia che non arriva.
 
Allora solo l’ombra rarefatta della tua veste,
quasi fosse un cigno tra le macerie del mio fiato legato
riesce a fare scalo, tra le voci di un buio che si fa pozzo
di un silenzio e la sua corsa.
 
Ora che la distanza è un tragitto di poche scritte
torna ad essere neve sulla ringhiera dei miei versi,
perché l’amore sarà eremita affianco alle nostre voci
ed  io potrò viverti nell’arte dei suoni,
 
mentre tutto scorre, qualcosa tace,
e qualcos’altro si fa sentire
come schiuma di mare tra gli scogli,
e occhi che si leggono tra i fiati di un falò.
 
Accadi tra un alone di pensiero che a sera si fa risacca.
Dove nulla rimane, solo fuliggine tra i sassi bianchi
di un tramonto, e poi di nuovo macchie di colore
a scoppiettare tra i tizzoni spenti della vita
 
Dentro ai giorni senza vento e poche scritte di memoria,
in quel gracchiare lento del mattino che anche oggi
avrà qualcosa in più da ricordare
Dimenticandosi di te, e poi di nuovo
 
mentre tutto scorre, mi aspetterà tornare.
  

 Maria Grazia Vai & Paolo Amoruso
tratta dalla Silloge “Aldebaran”