Ti amai, seduta accanto al tuo pulsarmi tra
le vene
fedele più del giorno che torna a
rimboccarti
l’orizzonte
dove la voce della luna era la fretta di
strariparti
in sogno
Ti amai, di quella tenerezza audace
che scopre le guance e -azzurra, di miele ti
colora
le lenzuola
Null’altro dissi
se non l’irriverenza del silenzio e forse…
Forse l’inverno di questo mio ventre,
che a colpi di luce
parlava riflettendo la tua forma
E quella sete
che riempie le maniche della mia bocca
dove l’amore -tremandoti accanto,
aspettava lo schiudersi dei tuoi cancelli
e il canto della neve.
~ · ~
Maria Grazia Vai
6ottobreduemila18
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