DALLE FERITORIE DEL VENTO
Ti perdo così
senza muovere un pensiero.
Il tuo essermi distante
è sguardo che sfiora la velocità del tempo.
Una lacrima che accade quando
stringo le lancette della tua mancanza
stringo le lancette della tua mancanza
che inevitabilmente mischia le stagioni
Il tuo luogo è il vento che mi sfugge accanto
e mi carezza le parole, il fiato
per un istante - ma che giurerei fosse una vita -
Il mio esserti costola d’amore
è un fiume che rincorre la tua direzione,
è un cielo d’occhi che si annuvola
ma ti comprende in altre voci
in altre rive
fatte di torba e piccole conchiglie
Sapessi quanto sanguina la voce di un pensiero
tutte le volte che ritorni sui comignoli d’agosto,
quando la neve bussa sopra i tetti
e mille e mille temporali rincorrono l’aurora dei mie giorni
Sentissi le tue figlie (e le tue rose) farsi pioggia
non le abbandoneresti mai.
Scivoleresti lieve, a far di questo abbraccio
l’eterno bacio sulla bocca
Di quell’Amore che mi accende e
-senza cedimenti, tra le onde del grano
mi culla e disseta.
14agostoduemila17
“ manchi alle mie braccia “
Nessun commento:
Posta un commento