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SENZA ALTRO DIRE
Albeggia dai rami
sgomitolando sogni d’acqua
che mi bagnano
strusciandomi la bocca
dove la notte -non vista,
si insinua
tra le radici e le candele accese
fino
al calare del pensiero
dove le rose
di rigagnolo in ricamo - spiaggiano
e il silenzio
-di pioggia in pioggia-
dorme ancora il
bianco sonno d’altre lenzuola
in questo mare in cui ti affacci
e sembrano poesie le stelle che mi accadono
qui,
dove scricchiola una vela
ed è soltanto uno sfiorire d’aria
tra noi
la dura madre e la corteccia morbida
del cielo
tra le ginestre spalancate
e la mia bocca
-Senza riparo, sopra l’azzurro mare.
Maria Grazia Vai
25gennaioduemila15
FINO A TE
E fui silenzio
legato accanto alla tua voce
E ascoltai l’andare della pioggia
che per incanto ritrovava in te
la curva all’orizzonte
In un digiuno
ad elemosinar parole
Come sui verbi il mutare delle labbra
Come un foulard
dimenticato accanto alla tua pena
senza null’altro che il soffio dell’inverno
sull’uscio della sera
Maria Grazia Vai
14gennaioduemila15
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Forse che il fango
serve a deporre altre zolle
tra la neve?
Giorni piovuti
così tanto
così forte
rimasti appesi
al fondo del bicchiere
Così a lungo
da sembrare ghiaccio
piuttosto
che altre nasse
nel deserto più lontano
a cui tutto, giunge e appartiene
Prima o poi. Tanto
o per sempre
Tanto poi spunta la luna,
le rose alle finestre
-e alle labbra
il silenzio
E lei, dentro i miei giorni
-piovigginando.
Maria Grazia Vai
nelprimogiornodell’anno2015
sulle note di Fabrizio Paterlini “Found Letters”