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martedì 11 novembre 2025

PERCHÉ DIVENTASSI TU STESSO IL MARE



Paesaggi lontani riemergono dai
fili d’erba e i passi della pioggia
ritardano assai poco la mano di
settembre che impollina il vigneto.

Noi qui: a custodire i segreti
del nespolo e quel suo vociar di
cicale che rende la terra possibile al cielo

Vento alle zolle e neve alla neve.
E finestre che si aprono al giorno:
ché tenera è la notte che le abbaglia
-ora che il mare è un foglio calmo
e diventi tu stesso il fiume-

Aghi di pino
scrivono -nel loro scomparire,
tra le conchiglie




Maria Grazia Vai

tratta dalla silloge
OPHELIA
-come le foglie d'aprile-