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giovedì 2 giugno 2022

Premiazione 6a edizione LA COULEUR D'UN POEME


MILANO SI VESTE DA SERA E INDOSSA I COLORI DELLA POESIA



La cerimonia di premiazione della sesta edizione del Concorso Internazionale d’Arte "La Couleur d'un Poème" si è svolta a Milano il 21 maggio 2022 presso la Galleria d’Arte SPAZIO BIG SANTA MARTA in Via Santa Marta 10. 


Nel cuore di Milano, nella parte più antica e ricca di atmosfera, dove ancora si può respirare la Milano medioevale e romana e si possono osservare palazzi storici, chiese, musei e botteghe in un percorso a ritroso nel tempo, al riparo dalla frenesia caotica della città. 


Un'importante mostra fotografica a cura di Ugo Maria Macola ha fatto da cornice preziosa della manifestazione: CAP OU PAS CAP...? Esposizione delle opere di Douglas Bassett






Evento promosso da ImmagineArte in collaborazione con Ciaccio Arte Broker Insurance Group5Vie Art Design, Edizioni Accademia Barbanera e Associazione Artistico Culturale HELIANTO, a sostegno della “FONDAZIONE GAIA” in favore del progetto " Villa Gaia, un luogo per accogliere donne in stato di fragilità: VILLA GAIA, il nome di questo progetto, ideato da Isa Maggi, mamma di Gaia, ventiquattrenne, scomparsa nel pieno della sua giovinezza, studentessa di scienze politiche all'Università di Pavia che lavorava allo Sportello Donna e si occupava di donne in difficoltà, senza lavoro, con fragilità psico-sociali, con bambini. In questa continuità d'intenti, la Fondazione nasce infatti per aiutare le donne in difficoltà a causa di condizioni di emarginazione, povertà e discriminazione sociale promuovendo e sostenendo progetti nazionali e internazionali che favoriscano il superamento di tali barriere e la piena espressione di sé. L'obiettivo concreto di Villa Gaia è aiutare donne di ogni età, in cerca di un riparo, in un contesto fuori dalla più formale casafamiglia. Isa Maggi, mamma di Gaia e presidente della fondazione, sogna un ambiente interno ed esterno che permetta loro di respirare aria di libertà e possibilità di ritrovare una strada per loro stesse e i figli, che possono portare con sé. 

“Villa Gaia, un luogo per accogliere donne in stato di fragilità “

A Isa Maggi, Presidente della Fondazione Gaia e Simona Carboni, madrina del premio, il conferimento di una targa a simboleggiare i nostri più sentiti ringraziamenti.




OSPITE D'ONORE


RENATO ONGANIA 

fondatore e in rappresentanza di WikiPoesia, patrocinio culturale del concorso. Conferimento di una targa con medaglia a simboleggiare i nostri più sentiti e affettuosi ringraziamenti per la sua presenza






Premiati vincitori e finalisti delle 6 sezioni in concorso, capitanate dai vincitori assoluti, rispettivamente: per la sezione Poesia da Valeria D'Amico (Foggia); per la sezione Vernacolo da Gianfranco Garrucciu (Tempio Pausania-SS); per la sezione Haiku da Maria Teresa Sisti (Gassano di Favizzano-MS); per la sezione Fotografia da Loredana Locci (Carbonia-Iglesias); per la sezione Pittura da Gheorghe Pintilie (Contea a Neamt-ROMANIA); e per la sezione Poesia in Lingua Straniera da Lorenzo Spurio (Jesi-AN)






Apre la cerimonia lo spettacolo teatrale realizzato dai ragazzi dell’Associazione Artistico Culturale HELIANTO. Lettura delle poesie vincitrici, interpretate a tre voci da Chiara Angaroni, Antonio Siciliani e Simone Giarratana. Accompagnamento alla viola di Irene Gentilini.







         






        

Gli autori, i Giurati e gli Ospiti della cerimonia



 
  




    














PREMI SPECIALI


PREMIO SPECIALE MEMORIAL NINA ESPOSITO

istituito dalla presidenza del Premio in seguito alla prematura scomparsa della pittrice

Nina Esposito (autrice delle precedenti edizioni)

assegnato all’autore
CARLO RICCI

con la poesia  


Storie di pub “

E buttiamoli giù

questi muri, questi assetti razionali

prima che tutto venga pensato

prima che venga asciugato dal maestrale

e anneghiamoci nelle pinte dei pub, avremo

i movimenti insicuri della terra. Avrai.

 

Avremo aspetti indecifrabili, cercherò poesie

che ci salvano

basterà solo sfiorarsi

e tutto sarà più colmabile;

prendiamoci una nota alta da questi resti

già i tamburi ci scandiscono i nomi, poi

urlando per le strade deserte

getteremo a turno le vesti. Ci daremo

i corpi, prima che le luci ci distraggano

prima che i semafori serrino gli incroci. Notte

 

ti portiamo due respiri

due labbra, un languore.



la videopoesia realizzata da ImmagineArte in collaborazione con Rodolfo Vettor.

Videomaker Maria Grazia Vai




PREMIO PRESIDENZA DEL PREMIO


assegnato all’autrice
SERENA VESTENE
con la poesia

" Il bosco " 


Lui ha il sorriso del bosco

e quelle chiazze

ammiccanti d’azzurro

che occhieggiano tra le frasche.

Ruscelli sgorgano

come dalla sua bocca

quando traduce

il legno che lo vive.

Non so se gli ride

il fusto

quando lo sento vibrare

del mio vento,

se si incendia

in una danza della gioia

ogni favo rimasto senza miele,

se si sente sino allo sfregare

delle pietre

tutta la fusione del sommerso.

Ma so che allo stormire

dei miei giunchi

tutte le sue sterpaglie

prendono il volo

e il pompare nel tronco

si mischia al rumore

delle mie gocce gementi in caduta.



la videopoesia realizzata da ImmagineArte in collaborazione con Rodolfo Vettor.

Videomaker Maria Grazia Vai


 




PREMIO FONDAZIONE GAIA


assegnato all’autrice
MANUELA MAGI
con la poesia

“ Ombre “

 

Ho appeso le mie ciabatte

Vestirò di ombre e fili d'oro.

-cosa farò dei veli trasparenti nei cassetti-

quando il tempo fuggirà via tra i capelli

e la strada condurrà dove tutto è muto.

Sono la sposa senza fede,

le dita nude,

il collo spoglio di catene

e il sogno ricoperto dalle nubi.

Mi dolgono le ali se la farfalla ha i miei colori

nel mentre il volo si fa astrale

e vago dove ho vissuto le mie ore piene,

all'insonnia che stringeva le tue caviglie

e al calore della pace, quando il tuo cuore,

respirava ancora le mie sere.



la videopoesia realizzata da ImmagineArte in collaborazione con Rodolfo Vettor.

Videomaker Maria Grazia Vai





SEZIONE POESIA


PRIMO 
classificato
VALERIA D'AMICO
con la poesia

“ Mi siedo accanto  “ 


a mia madre

 

Mi siedo accanto alla poltrona

che ti accoglie reclinando piano

quel contenuto fragile di vita,

mi accosto all’ordine perfetto

dei tuoi capelli bianchi che ora

un’altra mano preziosa cura.


Hai rivoli di luce sulle guance,

così stranamente bianche,

nemmeno un filo di rossetto

eppure le tue labbra seguono

un disegno tristemente uguale

perfetto anche nella memoria.


Non chiedo di girare la clessidra,

né di cambiare il meccanismo

inceppato senza una ragione,

sospendo le lacrime negli occhi,

quando sorridendo, incerta prendi

la mia mano e sembra tornare

il tempo e lo stupore degli abbracci.


-Che belle mani ha questa signora-

esclami forte, riempiendo il fiato

e le parole di una tua piccola,

solita risata, quella la riconosco, sì,

così mi uccidi, ridendo, e mi incidi

il taglio netto nella fessura dei ricordi.


Ho imparato la vita da te, la speranza

di vedere le lucciole, lo stupore

dei colori nelle nuvole, le acrobazie

dei rampicanti sui balconi, adesso

imparo il dolore della resa e cerco

un altro altare su cui portare fiori.

 

la videopoesia realizzata da ImmagineArte in collaborazione con Rodolfo Vettor.

Videomaker Maria Grazia Vai

 

 

in premio la pubblicazione della silloge

IL FILO DELLA VITA

 


in copertina un’opera del Maestro Lorenzo Maria Bottari

GIÀ LA PIOGGIA È CON NOI

opera esposta al Museo Casa Natale Salvatore Quasimodo (Modica )

 


SECONDO 
classificato
ANNALISA RODEGHIERO
con la poesia

“ La slitta del sergente “

 

Ora che la prima neve

fa sopra i tetti cartolina

e dentro l’anima è sudario

sugli abeti crocifissi,

una risposta Mario te la vorrei dare.

- Vedi - la speranza è proprio là

seduta sopra quella slitta nella piana imbevuta

della luce che tu sai, bianca di neve.

 

Lassù, dove il piano si connette al monte

e valli e cielo versano grumoso latte,

voglio ancora immaginare

sguardi innamorati di bellezza

sotto la luna ammantata a sposa.

 

Allora sfumano lente in albe

tutte le notti del mondo

perché sotto quella luna piena nella piana

la poesia non muore e tu lo sai

- Sergente -

fino a quando esisterà

anche solo un uomo sulla terra

e la terra dentro occhi innamorati.



TERZO
 classificato
MARCO PEZZINI
con la poesia

“ Di croce in croce”

 

Elì, Elì, lemà sabactani?

(Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?)

 

In questa pianura di pece prestata alla quiete,

che stende il suo macabro corpo ben oltre la sera,

con l’occhio sfocato che indugia aldilà della rete

io sfuggo a colline di carne, a facce di cera.

La veglia al tizzone annerito che era un soldato,

cercare i resti dell’uomo in questa trincea

tra il puzzo di morte e paura che mi ha devastato

e sale dal ventre un conato di nera marea.

Qui dove terrore e follia si tengono per mano

bestemmia è pensare che Dio sia tua somiglianza,

qui dove anche il Padre ripudia il genere umano

da orfano attendi spaurito la nuova mattanza.

 

Elì, Eli, lemà sabactani?

(Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?)

 

Un soffio infuocato ti prende le guance a ceffoni

sul bimbo di carta velina si arrampica un ragno,

la sete lo sta consumando e resta a bocconi

da mesi la pioggia tu implori a quel cielo taccagno.

Il pozzo è inutile bocca che arsura ha asciugato,

il vento solleva beffardi fantasmi di sabbia,

tuo figlio è un pupazzo di pezza ormai inanimato

e gli ultimi istanti di vita li cedi alla rabbia.



MENZIONE D’ONORE
quarto classificato
FRANCA DONA'
con la poesia

Kintsugi”

 

 

Sarà quel tremare di stelle

a svelare la notte il tormento

di vele ammainate sul ciglio d’abissi

spalancate le fauci rapaci di onde

a ingoiare quei figli piovuti dal cielo.

 

Dentro le voci sperdute alle nebbie

lo strazio di madri che cercano i figli

l’angoscia dei figli che invocano madri

e tutto il mondo si sgretola intorno

sotto a montagne di fango e detriti

di ghiaccio il silenzio sporco di sangue.


Verrà a farsi carne la parola

curando d'oro le ferite

luce ad ogni crepa e di respiro

il tempo a farne cicatrice.



 
MENZIONE D’ONORE
quinto classificato
SARA RODOLAO
con la poesia

“ Noi non dormiamo sulla collina”


Noi non dormiamo sulla collina

come le anime dello Spoon River…

e come potremmo?

Noi, vaghiamo senza pace né giustizia,

scarpe imbrattate

del nostro stesso sangue sparso ovunque;

a futura memoria sepolcri improvvisati

su argini e fossi,

dove la pietà del viandante

ogni tanto lascia un fiore.

Noi siamo numeri riportati

sulle pagine di orride storie;

protagoniste di relazioni senza scampo.

Non pensateci a dormire sulla collina,

come le anime dello Spoon River…

La nostra anima è rimasta impigliata,

negli artigli delle belve.



MENZIONE DI MERITO
sesto classificato ex aequo
VITTORIO DI RUOCCO
con la poesia


“Siamo anime di carta nell’abisso”

 

Dedicata ai trentatremilasettecentosettantuno

ebrei massacrati nel 1941, in soli due giorni,

dai nazisti nel fossato di Babij Jar (Kiev - Ucraina)

 


Siamo anime di carta nell’abisso,

nell’assoluto vuoto di parole

solo preghiere urlate senza voce.

Si spera che il Signore ci raccolga

da questa bolgia al centro dell’inferno

tra i demoni dagli occhi di metallo

e il fango mescolato al sangue vivo

che sgorga dalle nuche spalancate

dei miei fratelli sparsi tra le ossa.

 

L’alba non ha portato che tormento

e raggelanti urla di vendetta

piovuta all’improvviso su di noi

popolo stanco sparso per il mondo.

Croci uncinate ai bordi del cammino

che porta alla spianata del martirio,

è qui che trionfa il simbolo del male:

non c’è misericordia a Babij Jar.

Le raffiche di mitra sono falci,

mietono vite come verdi spighe

da consegnare al pozzo dell’oblio.

 

La luce è una terribile speranza

da catturare come il desiderio

di dare fuoco al fuoco della vita,

come acqua che zampilla nel deserto

per non versare lacrime nel vento.

Si canta per scacciare la paura

di non lasciare tracce di memoria,

si canta per eludere il tormento

di arrendersi restando ancora vivi

al maledetto abbraccio della morte.



MENZIONE DI MERITO
sesto classificato ex aequo
EMANUELA DALLA LIBERA
con la poesia

“ Malinconia di novembre”

 

Mi resta il suono denso del ricordo

quando la nebbia sale lenta, e bianca

si posa sulle tombe tra i viali

cosparsi di silenzio e foglie morte.

Mi restano visi sorridenti e voci

risonanti sulle soglie di quando

l’ombra nascondeva il mio domani,

mentre il tempo scivolava molle

insieme agli anni e, tra le zolle,

le stagioni serbavano segreti.

Adesso tutto è silenzio nel tempo

che è passato, le voci stanno chiuse

tra le pietre, mesto mi riporta un tocco

le ore scandite nelle sere in cui il mondo

si assopiva e ai miei voli celava le sue croci.

Solo un fiore rimane ora sulle tombe

a consolare giorni privi di risveglio,

sigillo di un inverno su vite inabissate,

su ciò che anche noi, in impossibili

ritorni, nel tempo siamo stati.



MENZIONE DI MERITO
settimo classificato
PIETRO CATALANO
con la poesia

“ Il sogno di Danilo “

 

 

a Danilo Dolci

 

Sono venuto dal Nord in questa terra

dove il vento caldo accarezza i carrubi

e le reti dei pescatori traboccano

di tonni traditi dalla ricerca di libertà.

Qui il pane ha fragranza d’oltralpe

e l’acqua ha sete di giustizia,

strida disperate di aquile ferite

lambiscono l’aria di polvere e sangue:

così radio poveri cristi ha dato voce

al sogno di libertà dalle catene dell’inganno.

E ho scelto di vivere in questo luogo,

fra i miserabili dei giorni uguali

ad ascoltare il brontolio delle pance vuote

e le menzogne d’un futuro che mutava.

I miei figli hanno nelle vene sangue

del Vespro e di Rinaldo, scrutano

il mare azzurro con l’antico vigore

dei cavalli normanni che galoppano

nella piana assolata dove sventolano

bandiere come lenzuola bianche

ai balconi fioriti in primavera.

Qui, terra di confine tra cielo e mare,

dove il coraggio è legato ad un no

e vivere è lotta tra parola e silenzio,

ho piantato un albero d’ulivo

dove ragazzi e ragazze s’incontrano

per cantare parole di pace e d’amore,

scrutando il sole oltre la verde collina.


 

MENZIONE DI MERITO
ottavo classificato ex aequo
ALESSANDRO IZZI
con la poesia

“ Pasta e lenticchie”

 

Si fredda presto,

la pasta e lenticchie del mercoledì alla Caritas,

come uno sguardo distolto in fretta,

come il ronzio scacciato di una confidenza

così uguale a tutte quante le altre

che pare impresa

ridurla in versi regolari.

Una miseria quotidiana

che chiama dignitosa

solo chi conosce la fortuna

del mestolo dal lato che si impugna.

 

La colpa, in fondo, se si fredda

è anche dei tanti che ci vengono:

si è in cento a pranzo

e ne arrivano ogni giorno altri

che sperano non esserci domani.

 

Ci sarò presto anch’io, forse,

nella fila stretta tra il parmigiano e le polpette,

a imparare il senso del dolore

e il poco valore che hanno oggi le parole.

 

Ci sarò anch’io, un giorno

a scoprire un modo per colmare

tra tutti i vuoti che ha scavato il mondo

se non altro, il più rabbioso.


 
MENZIONE DI MERITO
ottavo classificato ex aequo
LORENZO SPURIO
con la poesia

“ Nel binario sei volata”

 

a Beatrice Inguì

 

La ragazza del torinese che nell’aprile del 2018 si buttò

sotto un treno alla stazione di Porta Susa (Torino)

a causa del profondo malessere derivatole da atti di bullismo.

 

 

Quando cade la pioggia c’è un velo

di tormento nell’aria che offusca

immagini di campi beati e sorrisi

freschi, convinti che la vita sia bella.

L’acqua tinteggia di niente la pelle,

il ticchettio amplifica suoni cupi

-porte colpite e sputi d’intonaco-.

Nel binario sei scesa con sprezzo

satura d’offese, frecce di risa

e identità altra, che non ti veste.

Cali nel ferro e istanti tremendi

la tettoia che inganna, tenda di lutto.

Viscido e acuminato è il lemma

che fende e sventra l’essenza:

penetrando sottopelle, ha annegato

di rabbia i neuroni, trafitto i pensieri.

Sei scesa nel guizzo caparbio,

corpo già legato al niente;

l’impatto l’ha fatto multiplo;

nel puzzle non si sa mai come

anticipare l’inizio della forma

né ravvisare l’elemento di margine.

Odio a sfinimento è somma certa

agli artefici della banchina ultima.

Sei scesa non vista dal convoglio,

bronco d’acciaio che zigzaga

tra valli e ritorna al capoluogo.

Nel rito di sempre hai vidimato,

del paradiso l’accesso ti sia ampio!

 

La pioggia s’è sparsa: nei refoli lievi

tra l’aria sento il risucchio del ferro.


 

MENZIONE DI MERITO
ottavo classificato ex aequo
ROSANNA SPINA
con la poesia

“ Gessica ero e Gessica rimango “    

 

 (a Gessica Notaro)

 

Sai, continuo ad essere bella:

la mia anima è un sole riflesso sul mondo

e non puoi scioglierla con la nube esplosiva

che ha impresso il segno della tua violenza.

 

Le cicatrici di cui m’hai segnato la pelle

sappi son come le sponde del Nilo:

una fertile terra coperta di limo

dove ogni giorno rinascono fiori,

boccioli di rosa per mani d’amore

che danno carezze all’amata fanciulla,

mentre le tue sono mani rapaci

che stringono il vuoto e il senso del nulla.

 

Sai, quando guardo i miei occhi allo specchio

esso mi dice che restano puri

come la luna riflessa in un pozzo,

perché sono nata ancora una volta

quando ho deciso di non morire,

dando invece al dolore una svolta.

 

Tu per me oramai non esisti:

nel cortocircuito del buio orizzonte

(come il cielo a lutto di un Venerdì Santo)

quel giorno ho visto morire il tuo cuore

e ho avuto pena per il suo funerale:

sembrava un verme coperto di sputi

e stavo male pensando al passato,

 

così ho deciso che dovevo guarire

andare avanti e        dimenticare

tutto il veleno del tuo falso amore,

tutto lo sporco candore dei baci


 

MENZIONE DI MERITO
ottavo classificato ex aequo
LUCIANO GIOVANNINI
con la poesia

“La morna del gabbiano ferito”

 

 

A Willy Monteiro Duarte, alla sua mamma,

alle mamme dei suoi carnefici.

 

 

Non avrai alba o tramonto,

l’amaro caffè delle otto,

il rumore del vento tra i rami,

il sorriso di un amore annunciato.

 

Non avrai neppure dubbi e rancori,

i calzini intrisi di pioggia,

un treno partito in ritardo,

un sogno tra le pieghe del cuore.

 

Tua madre riscalda la cena

e canta l’Africa amata,

una morna imparata a memoria,

Capo Verde terra di mare.

 

In questa sera di immobili stelle

l’asfalto è un rude cuscino

e l’odio la greve coperta

gettata sulle tue costole stanche.

 

È un gioco inverso e crudele

questa vita di sabbia sfuggente

e tu, gabbiano ferito,

hai vinto chiudendo le ali,

mentre lo stormo felice ed ubriaco

proseguiva nell’aria il suo volo impazzito.


 

MENZIONE DI MERITO
ottavo classificato ex aequo
MARCO IEMMI
con la poesia

“ I treni per l’oblio “

 


Strappati e rastrellati dalle case,

divisi dagli affetti a noi più cari,

segnati sopra liste da reietti,

smistati come lettere del nulla,

spediti dove il vento va a morire.

Privati di una vita dignitosa,

da un mondo cieco e senza comprensione,

da un pazzo, un assassino di regime.

Stipati come bestie da macello,

schiacciati, spaventati, violentati,

viaggiamo dentro i treni per l’oblio.

Portiamo la paura in fondo al cuore,

la rabbia di un destino maledetto

per esser figli di sbagliata stella,

la stessa che ho cucita sulla giacca.

Al fine scenderemo dai vagoni,

respireremo cenere nell’aria.

Non credo renda liberi il lavoro,

nemmeno le torture, le barbarie.

L’odore nei polmoni sa di morte…

Si spera il tempo serbi la memoria

del nostro genocidio da dannati,

bruciati come libri, come storie,

nel freddo d’un inverno senza requiem.


 

MENZIONE DI MERITO
ottavo classificato ex aequo
ANGELA CRISTINA BROCCOLI
con la poesia

“ Off line“


Oggi resto così, scollegata e spenta

senza suoni né luci al neon

in un mondo in diretta

intrappolato nella rete.

Fremiti di ali di farfalla

sbattono nel vuoto, ingenue e sgargianti

un quasi fastidioso fruscio.

Natura si sveglia su un'arida terra dormiente;

una primavera slavata, inutile e sciocca.

Cuori sminuiti e spogliati

forse da tempo in lockdown

appesi ad asciugare

sotto i raggi raggrinziti

di un sole polveroso.

Da dietro una finestra,

una tromba solitaria annuncia il suo inno

al deserto di strade immote e ammutolite.

Giorni senza annotazioni

strappati nel cestino tra i rifiuti.

E i sogni pagati a rate

sono oggetti fragili, da maneggiare con cura;

acquisti on line inscatolati

ammuffiscono in umide cantine

tra cellophane e cartone.

Amore soltanto stride

nei versi di rapaci notturni

voci selvatiche di bestie

che godono d'un surreale silenzio

scavano la profondità della mancanza

in notti lunghe senza treni.


 

FOTOGRAFIA



PRIMO
classificato
LOREDANA LOCCI
con l'opera

“ Stella stellina,la notte si avvicina ... “



SECONDO
classificato
FRANCESCO PINZI
con l'opera

“ Passeggiando“ 


 
TERZO
classificato
MASSIMO SPAGNA
con l'opera

Aspettando te “


 
MENZIONE D’ONORE
4° classificato
MICHELE PAGLIARO
con l'opera

“ Senza identità “


 
MENZIONE D’ONORE
5° classificato
SERGIO BORGHI
con l'opera

“ Mare d’inverno“



MENZIONE DI MERITO
6° classificato
SFABIO GAGLIARDI
con l'opera

“ Piazza Garibaldi “



 
MENZIONE DI MERITO
7° classificato
FRANCESCO PINZI
con l'opera

“ Unicità nell'essere “ 



MENZIONE DI MERITO
8° classificato
LOREDANA LOCCI
con l'opera

“ Giro giro tondo ... “


 
MENZIONE DI MERITO
9° classificato
MARIO ALIPRANDI
con l'opera

Fredde solitudini “


MENZIONE DI MERITO
10° classificato
LUCIA RUOCCO
con l'opera

“ Archi di tempo - Duomo di Amalfi “





UNA SELEZIONE DELLE MIGLIORI OPERE FOTOGRAFICHE
in un video di ImmagineArte




Haiku


PRIMO
classificato

Maria Teresa Sisti
con l'haiku 

cielo stellato -

la vanga arrugginita

da quando manchi



il corrispettivo del premio, consistente nella pubblicazione di una silloge di haiku, è stato devoluto, su richiesta dell’autrice, alla Fondazione Gaia per le opere di ristrutturazione e completamento di VILLA GAIA-CASA DELLE DONNE

la videopoesia realizzata da ImmagineArte in collaborazione con Rodolfo Vettor.

Videomaker Maria Grazia Vai



SECONDO
classificato

Rosa Maria Di Salvatore

con l'haiku  

mandorlo in fiore -

chissà se mia madre

sta sorridendo





TERZO
classificato

Anna Maria Domburg-Sancristoforo

con l'haiku 


stelle cadenti

le parole lasciate

lungo la strada





MENZIONE D’ONORE
4° classificato ex aequo

Maria Teresa Piras


con l'haiku 

profondo autunno -

la forma del dolore

sulla sua fronte



 

MENZIONE D’ONORE
4° classificato ex aequo

Daniela Misso

con l'haiku 


sulla mia ombra

si posa silenziosa

una farfalla




MENZIONE D'ONORE
5° classificato

Carmela Marino

con l'haiku 


stella autunnale-

un respiro lasciato

sul finestrino 



 


MENZIONE DI MERITO
6° classificato
Cinzia Pitingaro
con l'haiku 

la prima ruga-

quella curva nascosta

dietro la quercia


 
MENZIONE DI MERITO
7° classificato ex aequo

Marina Filiputti

con l'haiku

Fili d’argento

la luna ha pettinato

i miei capelli 

MENZIONE DI MERITO
7° classificato ex aequo

Michele Pochiero

con l'haiku 
 

campi d’autunno-

correndo ancora dietro

a un aquilone
    

  
MENZIONE DI MERITO
7° classificato ex aequo

Roberta Placida

con l'haiku

alberi spogli

S’allungano le dita

a toccare il cielo 


MENZIONE DI MERITO
8° classificato ex aequo

Mauro Battini

con l'haiku


vecchie ferite -

lasciarsi attraversare

in un tramonto 

               
 
MENZIONE DI MERITO
8° classificato ex aequo

Antonella Seidita

con l'haiku 

L'ultima rosa

Il vento porta via

il suo profumo


MENZIONE DI MERITO
8° classificato ex aequo

Caterina Levato

con l'haiku 

voli di rondini -

arrivano e partono

 le mie figliole


 
MENZIONE DI MERITO
9° classificato ex aequo

Giovanni Odino

con l'haiku 

eppure è notte -

dove sono le lucciole

della mia infanzia?



 
MENZIONE DI MERITO
9° classificato ex aequo

Grazia Giuliani

con l'haiku 

piccola luna-

a sera il cielo chiaro

non ha una stella




MENZIONE DI MERITO
10° classificato ex aequo

Marco Polli

con l'haiku 

Cadon le foglie

nell’autunno inoltrato:

bandiere al vento




MENZIONE DI MERITO
10° classificato ex aequo

Alessandra Carnovale

con l'haiku 

primo dicembre -

sotto la pioggia un rider

porta la cena



MENZIONE DI MERITO
10° classificato ex aequo

Roberta Morellini

con l'haiku 

Un pettirosso

sulla neve leggera,

piccola fiamma




PITTURA


PRIMO
classificato
GHEORGHE PINTILIE
con l’opera

“ Icaro e Dedalo “

olio su tela 


in premio la pubblicazione in copertina dell’Antologia

SULL’INTONACO...il cielo è poesia






SECONDO
classificato
ALBINO CARAMAZZA
con l’opera
 

“ Millerighe”

tecnica del collage utilizzando esclusivamente bustine di zucchero originali 

(non trattate)






TERZO
classificato
CLAUDIO MARTUSCELLO
con l’opera

“ Melina con la nipote” 

olio su tela




 
MENZIONE D’ONORE
4° classificato
OSVALDO CROTTI
con l’opera
 

“Io non sono pazzo” (Dal’ì)

acrilico




 

MENZIONE D’ONORE
5° classificato
MARINELLA PASQUALI
con l’opera

“ Giovani donne a sud di Marrakech “

olio su tavola




MENZIONE DI MERITO
6° classificato
SIALVIA GUGLIELMI
con l’opera

“L’amore per il cappellaio”

acrilico, pastelli e penne gel




 
MENZIONE DI MERITO
7° classificato
GRETA GURIZZAN
con l’opera

“ Elenoire”

olio su tela



 


MENZIONE DI MERITO
8° classificato
CRISTINA GIOVANNUCCI
con l’opera

“  Dal tempio”

olio su tela





MENZIONE DI MERITO
9° classificato
ANGELA PEDONESI
con l’opera
 

“ Sofie “ 

acquerello




 

MENZIONE DI MERITO
10° classificato ex aequo
STEFANIA PACI
con l’opera

“L'Orfeo l'incompiuto”

foglie dorate, acquarello, carboncino



 


MENZIONE DI MERITO
10° classificato ex aequo
MARCO PERNA
con l’opera

“ Braccia forti”

olio su tela




MENZIONE SPECIALE
con medaglia

per l’opera

Ezio Bosso “

tecnica del collage utilizzando

esclusivamente bustine di zucchero originali (non trattate)


conferita all'artista

ALBINO CARAMAZZA





LE OPERE IN CONCORSO
 in un video di ImmagineArte




VERNACOLO


PRIMO
classificato
GIANFRANCO GARRUCCIU
con la poesia

Veni lestra staséra 


- Vieni presto stasera -

 

Veni lestra staséra, veni candu ‘ntrina

a li primm’umbri, candu s’affacca

chidda falci di luna

cumpagna di la stélla cinatoggja.

 

No l’ambarà lu buggju più trunali

cussì chi no mi paldia cilchendi lu tó’ risu

chì voddu carignà li sònnii gali

a chissi chi fai tu, dulci accisu

undi li camini di la fantasìa

àndani pari pari a dilicati sintimenti.

 

Veni lestra staséra

veni cu l’ammenti e cu l’ùltimi bóli

di graziósi rundinéddi illa marina

chi a piciu d’ea ghèrrani appaggjati

l’ùltima caccia ill’aria trina

primma di ritirassi.

 

Lu bulbuttu di lu riu

è ancóra ‘iu, guasi a spantassi

palchi la notti ha vintu

contr’a lu dì passatu ed éu, a un latu

mirésciu la tó’ cumpagnia.

 

Veni lestra staséra, veni a l’óra di li fati

ch’aggju un sigrettu

e ti ‘óddu mittì in palti

rigalatti lu mé’ mundu

chi a alti dà no possu: lu mé’ mari

a candu calmu e a candu mossu

e li mé’ dudi chena celtittù.

Palch’aggju un bóitu...

mi manchi proppriu tu!



la videopoesia, nella versione in lingua italiana, realizzata da ImmagineArte in collaborazione con Rodolfo Vettor.

Videomaker Maria Grazia Vai




SECONDO
classificato
SALVATORE PINTORE
con la poesia

Feminas, animas istimadas

- Donne, anime amate -

 

Bos ap’appidu in d’una isula antiga

mentres chircaia in chiliros de pensamentu

in camineras bias chi cantan sa vida,

sa manera de fundere s’oro de su tempus.

 

Massaju de sos misterios de su mundu

apo semenadu sas menzus majías

de su Pensamentu chi ballat intundu:

Sun naschidos fiores de Poesia,

 

Azis basadu, cun laras de amore,

sa ‘ucca de s’anima mia, de s’Essere meu,

fizu disterradu de su Mudigore,

illaccanadu nuschende su bellu, su feu.

 

Oh, mamas chi ‘enides che Parcas cantende!

Ammajadoras m’azis fattu naschere a nou

intundu a su ballu de sa vida ballende,

iscurtende su faeddu de su mudore Sou.

 

Sezis istadas jogulu de su sambene meu,

teraccas fideles de su dolore,

antzillas istimadas de su morrere meu,

amantes ingraidadas dae s’amore.

 

Che mamas azis abertu coros e bias

pro pigare e falare dae su chelu,

connoschere s’ojada de cussu Deus

chi si cuat in dogni cara ‘e zenías.

 

Oh! Feminas, animas bellas e istimadas!

Semus ancora umpare in su nidu de sos ammentos.

Sa ‘oza de ‘ois est semper bia, durches e galanas!

Est s’alimentu de sa nostalgia, sa fortza de sos ‘entos.

 

Est su piantu de su segretu cuadu,

rinuntzia de su disizu illaccanadu…




 TERZO
classificato
NERINA ARDIZZONI
con la poesia

Indù sparés al Po

- Dove scompare il Po -

 

L'è là, indù sparés al fjóm,

ca nàs i insógni,

l'è là, indù bój al sój

e trèma al scùr dla nòt,

ca s' lìva al sòl.

Gh'è na chiét péna d'aqua,

ch' la t' fà lùśar i uc,

gh'è na fórza viva,

ch'la va sènpr avànti,

sènza farmèras.

Al fjóm, cùme al mi cór,

al vré abrazèr al nóval,

ma al zìl l'armàgn luntàn,

al zelèst là 'd có, na tólta in gìr,

an s' pò pjó tunèr indrìa,

inótil resestàr,

inpusébil scapèr vìa,

t'aspèta al mèr, col só ònd.

L'aqua la strapa la càna,

la màgna la téra,

la chèva i àlbar,

la smarès i insógni,

ma admàn na zinzèla

la turnarà a vulèr a pèl d'aqua,

là, indù sparés al fjóm

e a nàs i insógni.


 

MENZIONE D’ONORE
4° classificato ex aequo
NGAUDENZIO VANNOZZI
con la poesia

Soli

 

 

'No sbuffo bbianco sorte da la bbocca,

ne la foresta er verde che vverrà.

Mano ghiacciate e 'r celo intanto fiocca

p'aricopri' cquer ddubbio che cciò cqua.

 

Ner mentre er freddo pizzica e mme tocca,

e ppuro li penzieri sta a gghiaccià,

er ramo de la scerqua accanto schiocca.

Come la fede a cquelo che sto a ffà.

 

Soli se nassce e ssoli poi se more,

e in mezzo un ccarijò dde puttanate

bbone sortanto a ccojjonacce er còre.

 

E ssolo sto a ccercà ccose scercate,

tra gguazze ghiacce provo a trovà un fiore

p'ariquadrà le conte ggià ccontate.

 

Sguincia ne le sbusciate

squilla 'na scincia e l'eco, lentamente,

rimbarza e 'ntuzza tutto sto gran ggnente...


 

MENZIONE D’ONORE
4° classificato ex aequo
DANTE CECCARINI
con la poesia

Maternità

 

 

Co’ àgo grùsso e ffìlo dóppio

jó passàto méo aglio téo presènte rattóppo,

fìglio,

méndre co’ ammóre silenzióso

pàsso agl’unginétto la vìta méa de pazziènza.

 

Dóppo recàmo co’ mmàno espèrte jó futùro téo,

jó stìro, jó piégo

e tte jó dò.

 

 

MENZIONE D’ONORE
4° classificato ex aequo
SERGIO DONNA
con la poesia

Senté

- Sentieri -

 

Marcé ’rlongh ij senté tra mirt e more

pogiand ij pé sle pere un pò glissante

e respiré ’l përfum dj’erbe e dle piante

mentre ’n cioché lontan a bat soe ore.

 

Marcé arlongh le sponde ‘d na bialera

e sente ‘l son ëd l’eva ch’a fërfoja

- stërmà nt le rame -un merlo nt la boschera.

 

I marcio e i vad, sai nen s’im fërmerai,

fin quand che testa e pé an porteran

a spass për ij senté dla fantasìa:

 

l’é bel quàich vòlta -soj -andesne via

e perd-se tra ij pensé, lontan, lontan

ch’am pòrto là, an col leu che mach mi sai.


 

MENZIONE D’ONORE
5° classificato ex aequo
ANGELO CANINO
con la poesia

A giacca e pàtrima

- La giacca di mio padre -

 

M’a ricùardu a ccuduru e da terra,

e chilla terra c’u jùarnu a mpurbarèava,

era llu tìampu appena doppi a guerra,

era llu tìampu chi si meadicampèava.

 

U postu sua era alla spallera e da sèggia,

quann’era ppisanta e da pùrbara pijèata,

na scotidijèata e ddiventèava llèggia,

pronta ppe nn’èatra jurnèata.

 

Intra na sacca c’èra ssempri u muccaturu,

e tutti i quattru zinni era annudèatu,

alla frunta ll’asciuttèava llu suduru,

alla fina e da jurnèata era nzuppèatu.

 

Intra d’èatra sacca, c’era llu curtìallu,

ppe appizzutèari o abbelliri nu jettunu,

ppe ttaglièari u pèanu, allu morsìallu,

ppe mpidèari na sazizza allu carbunu.

 

Na mànica mi ricùardu ch’era scighèata,

mpinta alli ruvetti e chilla spèara via,

mamma ll’avìa ccu ccura arripezzèata,

un ci parìa bella quanni papà s’a mintìa.

 

Ma ssa giacca a nullu avìa dde pariri bella,

sudu a ppàtrima avìa dde fèari cumpagnia,

si chiovìa, supa a chèapa ppe d’urmella,

ccu llu vìantu, abbuttunèata ppe lla via.

 

Mo sta sempri suda a ssa spallera e sèggia,

ca un c’è cchiù a ssu munnu chini ti portèava,

mo si ssenza pùrbara e ssi cchiù llèggia,

ma era cchiù bella quanni ti mpurbarèava.


 

MENZIONE D’ONORE
5° classificato ex aequo
LUIGI LORENZO VAIRA
con la poesia

Silvia

 

Le fomne coma ti, i l’heu sempe savù

ch’a fan mach lòn ch’i jë smija,

ma ch’it l’avrìe ’dcò sernù

la manera d’andet-ne via

 

lòn-lì i l’avrìa mai pensalo.

Bele che tò gest a l’abia fame sgiaj

adess che Ti ʼt lhas falo

i l’heu pì gnun ringret përchè giumai

 

i l’heu capì che da col pensé

ch’it l’avìe ’nt la testa

it l’has pì nen podù scapé

e a mi… e a nojàutri, tut lòn ch’an resta

 

a l’é ’n pugn ëd sënner ant un botin

e ’n baron d’ arcòrd andrinta al cheur,

arcòrd che da sèira a matin

a l’han fàit ëd mi n’òm che pian pianòt a meur.

 

Quand ch’i rivo a ca da ’n sël travaj

a la fin ëd na giornà ’n pò tròp ëstòrta

am capita da soens ëd pensé che mai

i podrìa trovete ’ncora lì, dré da la pòrta

 

con le savate ’nt ij pé,

con na mia camisa a còl

e a mi ʼm ven da pioré

parèj d’un fòl

 

përchè minca matin col tò dispet

a më s-ciapa ’l cheur coma n’infart

pen-a ch’im àusso e i seurt dal let

ch’a l’é dësblà mach da mia part

 

alora i vado a ʼmbrassé nòstra fija

rendend-me cont che ʼdcò a mi

am piasirìa fé col gest ch’it l’has fàit Ti,

ma i peuss nen përmëtt-me d’andé via.


 

MENZIONE DI MERITO
6° classificato ex aequo
ERNESTO PIETRELLA
con la poesia

A te …

 

Te ne sei annata ‘n giorno de novembre

un mese che d’allora e’ triste assai,

ma pure s’era ottobre o era dicembre

sarebbe stato uguale, ce lo sai.

 

Sei annata via lassannome ‘n soriso

che custodisco sempre drento ar core

e quanno er pianto m’ha rigato er viso,

m’ha chiuso l’occhi a tutto quell’ amore.

 

Cosi’ che quer ricordo che mai more

nun cia bisogno de na ricorenza,

che riacutizza solo quer dolore

ch’e’ l’unico a riempimme la tua assenza.

 

E adesso me rimane solo quello,

la vita sta ferita nun ricuce,

ma questo gia’ sapevo de sapello.

 

Ma la speranza adesso me connuce

a crede che sarebbe proprio bello,

se puta caso lla’, ce fosse luce!


 

MENZIONE DI MERITO
6° classificato ex aequo
GIUSEPPE D'AGRUSA
con la poesia

Sciuscia ventu, sciuscia!

- Soffia vento, soffia! -

 

Quannu u ventu sciuscia, lìeggiu, lìeggiu,

i fogghi di l’àrburi accumincianu a trimari,

comu si fussiru ali ri libellule chi pari câ

vulissiru vulari.

 

Sciuscia ventu, sciuscia! Fammi sentiri

u ciàuru da me tèrra, ciàuru di petri

sienza tempu. ’Ccarizzami sta frunti stanca

e surata, comu accarizzi l’erba, comu si

fussiru i capiddi di n’amanti, arrifriscami,

e fammi ‘nsunnari.

 

Sciuscia ventu, sciuscia! Rapi porte e finestri,

cancia st’aria ferma e cavura, câ mi fa accupari,

portati i me pinseri e li me tristizzi luntanu,

arrifrisca sta magica tèrra di Sicilia

dunni i paroli sunnu comu a carta câ s’abbrucia

o suli addivintannu cinniri.

 

Sciuscia ventu, sciuscia! Purtami paroli ri

spiranza ca àutri un mi sannu diri,

scaccia u me pàtimentu picchì ‘nnamuratu

sugnu ri stâ tèrra, ma stancu sugnu

ri sìentiri tanti chiacchiaruna câ fannu sulu

prumìssi, e nenti a mai canciatu.

 

Sciuscia ventu, sciuscia!  ‘Nta stâ tèrra di

ventu ci ‘n voli assai, un sulu pi ghisari

pruvulazzu e ngramaghiri a robba stinnuta,

ma pì fari pulizia e scacciari li mali serpi

ca l’avi sulu abbilinata, e a

giustìzzia e virità da genti unista

calpistati.

Sciusia ventu, sciuscia!


 

MENZIONE DI MERITO
6° classificato ex aequo
GABRIELE PATRUNO
con la poesia

A stizze

- La goccia -

 

Che rumane de ‘na stizza d’acque

doppe strétte e strecate

sópe ‘a ponde de doje díte?

Ninde.

Ma falle vatte de cundinuue

sópe a na stagnére:

te trapane ‘a cerevèlle;

cadè a llunghe

sèmbe o stèsse poste:

spertuse pure ‘a préte.

Tanda ninde misse anzíme

te fanne nu lavarone, ‘na jummare… nu mare!

E tu che faje:

te firme?

Quande grusse te pote parì

nu ngemènde pecceninne,

pure se nen tíne i stuuale pe sbraccà,

nge stà pónde o varche pe passà

nd’arrennénne maje figghje mije,

vide cume te puje arrabbattà

p’aggerà stu mbedemènde e

…assa-fà a Ddije!

 

 

MENZIONE DI MERITO
6° classificato ex aequo
ANGELA CRISTINA BROCCOLI
con la poesia

Chi sà 

- Chissà - 

 

Chi sà a còssa pensen i violett

che se ninen in del ventusell de marz

e l’ava intorna a cercà dolcezza

come penser che zonzonen in del coo.

Chi sà se compagn de mì se sent piscinina

la formiga poggiada sora on liber avert.

Chi sà còssa proeuven i donn

quand riceven di fior.

Chi sà se l'è deperlù anca el mar

intrattanta ch’el spetta l'estaa per vess vivuu.

Chi sà se la voeur mostrà el sò vigor

la lusnada che se descadena potent.

Chi sà se’l gh'ha paura el fiumm

ch’el se sconfond in del profond del mar

come l'è spauresg on bagai

ch'el sa de diventà on òmm,

s'ceppa i sò argin e la vita

el menerà in abiss e precipizzi

doe el vent cresparà i sò ond

piccarà contra el dur de on scoeuj

sfogarà el sò impet in dì de uragan.

Chi sà perchè per on piccett

l'è normal podè sgorà

inveci mì me stremissi a dervì i al.

Chi sà se hinn battiment del cœur

o forsi struziass in l'arlia

a fà caragnà i nivol

e consolass cont on ragg de sô...

chi sà perchè voraria fermà la parola amor

sù i to laver de zuccher al vell.


 

MENZIONE DI MERITO
6° classificato ex aequo
MASSIMILIANO GIANNOCCO
con la poesia

Er conzijere  

-  Il Consigliere -

 

 

Ce lo so, Roma! Te vedo un po’ stanca.

Daje! Viè qua, siedite su sta panca.

Che d’è? Nun venghi? Mejo de no, dici?

Vatte a fidà de quelli che sò amici?

Ciai la testa a tutto quer dolore

che li tui fiji t’hanno dato ar core;

core trafitto da chi t’ha tradito.

Che stai a dì, ma’? Anche a me m’hai partorito!

Si! Mbè? Quer carcio in culo che te diedi?

Nun fu penzata mia. Furno li piedi!

Epperò, mò che famo? Rinvangamo?

Sò cose vecchie. Nun rimucinamo!

Ma te voi mette a sede? Dici none?

Ahhh! Te fa male ancora er chiccherone.

Vabbè! Sto punto m’arzo io, perché vojo

ditte ‘na cosa prima che t’annoio.

È tua la vera colpa der casino!

Co troppe cose belle pe benino

hai coccolato così tanta gente

che, a parer mio, nun se merita gnente.

Come? Ogni mamma farebbe l’istesso?

Nun è palese che vengheno appresso

perché se vonno arraffà tutto er bene,

giustificanno che cianno er tu’ gene?

E io? Me lo chiedi? Te vojo svejà!

Lungi da me venitte a cojonà.

Co vero affetto te sto a dà conzijo.

Sò preoccupato, Roma! Io te sò fijo!

E t’assicuro, pe quanto prezzioso,

che te fo sconto. Io nun sò manco esoso.



POESIA IN LINGUA STRANIERA

PRIMO
classificato
LORENZO SPURIO
con la poesia

Auscultate the time that precedes

(to Antonia Pozzi)

 

- Ausculti il tempo che precede -

 

 

Don't ask for chrysanthemums

now that you embrace the invisible;

the roses fade the loneliness

boredom is pierced by thorns.

When the day is tinged with the night

the countryside assists

to the cruelest events.

How many moths opacify the air

while the brightest star

suddenly grinds the teeth.

I figure when you were looking for

the nourished pulp of the void

and you lived on boulders and negations,

when borage

in a pool of water

was rotting while coughing in exhaustion.

I look at your strong roots

that rise in whirlpools of air,

embrace the twisted forbidden bodies

and the periwinkles, fixed, watching

astonished the interrupted cycles.

Fight the lost eyes

and the gaunt ivory shoulders

with the deepest knowledge.

If you talk of yourself, you confess the grief

of days abjured to joy.

Nothing smells of gray

but illuminates yearnings of escape

when, severe, you make the choice of land.



la videopoesia realizzata da ImmagineArte in collaborazione con Rodolfo Vettor.

Videomaker Maria Grazia Vai








SECONDO
classificato
IRMA KURTI
con la poesia

Under my blouse

- Sotto la mia maglia -

 

 

 

The child I’m holding in my arms

is not mine and will never be.

Her head leans against my chest;

her stare is fixed; she’s falling asleep.

 

Her hand touches my hair;

her little fingers mingle with mine.

Minutes ago we laughed together;

under the rhythm of rain, we danced.

 

In an instant she moves-searching

for something under my blouse.

I’m not her mother and I’ll never be,

I swallow my tears, I don’t want to cry.

 

I can’t give her what she’s looking for.

I have just given her all my love.

We play. I often become her friend.

I think of her, but she’s not my child.

 

Little by little she’s closing her eyes-

finding herself in sweet white dreams,

the tip of her fingers under my blouse.

A broken song is resting on my lips.



TERZO
classificato
MARCO PERNA
con la poesia

Jeune fille Kurde

- Ragazza curda -

 

 

 

Tu as dû apprendre vite, ce que c’était la vie

et ce que c’était la mort,

mais tu n’as jamais pu savoir ce que c’était la paix.

L’amour de ta mère ton dernier souvenir,

après, seulement: batailles, violence, mort.

Les jours tous pareils, aussi bien en été qu’en hiver.

Chaud ou froid ça ne change rien pour toi,

faire feu ou mourir c’est ton seul choix.

Et tant pis, si tu n’as pas d’abri,

si tu ne dors pas et si tu pleures chaque nuit,

à l’aube il faudra encore bouger,

l’ennemi approche, il ne faut pas s’arrêter.

Ouvre le feu, tant que tu peux,

contre le monstre qui vole ta liberté,

mais garde toujours le dernier coup pour toi,

comme ça l’ennemi ne pourra pas t’avoir!

Des saisons infinies se sont achevées,

l’ennemi avait été battu, ou au moins il paraît,

mais sur ta tenue de combat, que tu n’as pas encore enlevée,

je vois du sang qui est en train de couler

L’ogre qui était ton allié,

a enlevé son masque et s’est dévoilé.

Dans l’indifférence des « gentils », que, pourtant, tu as aidés,

lâchement, dans le dos, il t’a poignardée.

Ainsi tu meurs dans l’heure la plus belle,

quand tu croyais déjà gagnée la guerre.

Pour toi qui, sur cette Terre, n’as eu ta place jamais:

une place spéciale, parmi les étoiles, sera réservée.


Marco Perna from Laxou - Francia


 
MENZIONE D’ONORE
4° classificato
ANDREINA TRUSGNACH
con la poesia

Čeriešnjove rože

- Fiori di ciliegio -

 

Omartvieni pred zidan arbide

viedet de vas je ucjefana

glih atu zdol

Počakat konac duzega izdiha

za pogledat nazaj

Zagledat

gor

na koncu velikega garmuja

varh cvetoče čeriešnje

 

Ponosna an nešpotljiva čeriešnja

 

Ka misleš

sada ki si nama pokazala življenje?

Nies mogla

usahnit an ti

kier vse je že martvo?

 

Obedan nie biu mu ti zamiert

vse se je bluo zdielo na mestu

Toja smart v prestoru smarti

nie bla zmotila

naših misli

 

Toje biele rože

pa

so storle ratat vse še buj grankuo

al vieš?

 

 

MENZIONE D’ONORE
5° classificato
MIRIAM BRUNI
con la poesia

Je le connais

 

- Lo conosco -

 

Je le sais, je le connais

ce mouvement émotionel

qui celebre l'amour

de façon naturelle.

 

Être un cadeau, être soi même,

oh quel bonheur: quel repos

de l'âme. Je sais la joie,

le sourir, la caresse,

 

et cette sorte

de vie eternelle

qui naît des accolades

aux rencontres fidèles.




MENZIONE DI MERITO
6° classificata
VALERIA D'AMICO
con la poesia

Und während ich (An meinen Sohn)

 - E mentre io (A mio figlio) -

 

Und während ich

noch meine Zeit lebe,

mich an dem Moment haltend,

der schwebend davonfliegt,

verdickt sich

die Mauer des Bedauerns.

Wüsste ich nur ein Wort,

das ich dir schenken könnte,

das allein ausreichen würde,

um dich, meine Liebe,

vor jederTäuschung zu bewahren

und dich schließlich

in einem Land zu verstecken,

dessen Grenzen allein die Vernunft festlegt!

Aber selbst meine müde Haut abstreifend,

um mich von den Fehlern

-so vielen- der Vergangenheit zu befreien,

gelingt es mir nicht, für dich

neue Rinde zu sein

und ich bleibe nur Holz

um Kreuze zu machen…




MENZIONE DI MERITO
7° classificato
KRISHNA CHAMLING
con la poesia

An Old Age

Vecchiaia -

 

An old age, the true confession

to childhood and the One- the truth

of lines, crowfeet across the face,

indelible that speaks time’s weathered image

Of age umbrage as eyes deep, dim,

blur under the sagging eyelash

Focussing on places: those floras, faunas,

hills... landscapes take snapshots

Packed inside the heart keeping

its endowment, and their

beautiful names, people, love, and history

in mind, in the cold winter evening

Sitting in squatting on a knee-high,

rural yard-wall, turning the heavy body

toward, that continuously watching

the pale, yellow setting westward grey sun...

 

 

Kr. Chamling fromThe land of Gautama Buddha & Mt. Everest, The Republic of Nepal




MENZIONE DI MERITO
8° classificato
LUCIA LO BIANCO
con la poesia

I’ve been waiting for you

 Ti ho aspettato -

 

I’ve been waiting for you

Long in my sleepless nights

Slight murmur on skin

Hot rose-perfumed breath

Waiting for that bitter taste

A heart’s desire has

I’ve been waiting for you

Long with the light heart

Of a never extinguished hope

Certainty of my young years

Mind’s energy

I’ve been waiting for you

Long untiring sea wave

Costant life rhythm

Necessary soul movement

I’ve been waiting for you in vain

Greeting an unwanted shape

A flutter not asked for

Eyes of a not blue sky

I’ve been waiting for you

Long so to exhaust body and mind

So to to cut the soul ties

Veins without blood

Leaves without lymph

I’ve been waiting for you

Without waiting any more

I’ve sung without singing

Followed the indicated path

Without end.




MENZIONE DI MERITO
9° classificato
laura mucelli klemm
con la poesia

Je reviendrai

 

- Tornerò  -

Aux enfants du siècle perdu

les mains meurtries

qui cherchent des appuis

 

à l’ecchymose des coups portés

la larme rougie

qui sombre dans la nuit

 

à la prière des sages engloutis

la lumière arrachée

qui éclate dans la quête

 

au voyage de l’homme intrépide

l’océan blanc

qui s’éveille en profondeur

 

à l’amour du cœur flamboyant

les songes vivants

qui rejailliront dans l’azur

 

je laisse mon soupir

la clef vivante de mon temple

 

je reviendrai

à la jonction de nos grands yeux


Laura Mucelli Klemm from Gaubiving -France




MENZIONE DI MERITO
10° classificato
simone cigni
con la poesia

Le rouge et le blanc

 

- Il rosso e il bianco -

 

Le monde entier

qui suit les rails de l’urgence

n’en sait rien d’un pigeon sournois

observant les sous-jacents

d’une gouttière en bronze,

les pattes accrochées en bonne adhérence,

le bec orgueilleux.

 

Il tourne la tête en cercle

surveillant des environs

qui voit les humains sous forme de cons

distraits blasés égotistes distants,

les blame et les prend de haut.

 

Juge impitoyable aux yeux clignotants

il se dresse en maussade superiorité,

hargneux guetteur qui bondit désabusé

sous un ciel céruléen et peiné

qui cache fourmilières implacables.

 

C’est un rictus amer

qui conclut son tour de garde.

Ouais, ça ne vaut pas le coup

de se pousser encore plus loin

en visant les clés du revirement

dans l’immense botte de foin

de l’insouciance.

 

Il tourne

trottine

porte un regard sans espoir

et s’envole.







Un sentito ringraziamento ai giurati delle 6 sezioni in concorso.

POESIA 
Presidente di giuria: Virginia Murru
Flavio Provini, Maria Teresa Infante, Dario Marelli










VERNACOLO
Presidente di giuria: Stefano Baldinu
 Patrizia Stefanelli, Enrico Sala








HAIKU 
Presidente di giuria:Eufemia Griffo, 
Valentina Meloni, Nazarena Rampini 





PITTURA
Presidente di sezione
Lorenzo Maria Bottari, pittore del mondo
Presidente onorario
Mario Salvo, maestro internazionale d'arte



FOTOGRAFIA 
Presidente di sezione: Nicola Calì, fotografo accreditato Vogue




POESIA LINGUA STRANIERA 
Claudia Piccinno,  Rita Stanzione



Un sentito ringraziamento al critico d’arte

PATRIZIA PERENCIN

 

A sua cura il commento critico alle opere vincitrici

della sezione arti visive

(fotografia)







Grazie!

Agli autori e gli artisti che si sono iscritti al concorso, ai numerosi presenti, a chi non ci ha potuto raggiungere e a tutti coloro che vorranno farlo nella prossima e imminente settima edizione


“… la Vita è una tela che ci disegna prima ancora che i nostri passi conoscano la luce. Quando questo accade, lei ci passa i colori, lasciandoci tra le mani del tempo il compito di continuare a riempire ciò che oggi è bianco e che domani lo sarà di nuovo. E quello che ci rende speciali è il coraggio di desiderare ogni giorno una nuova tinta. E raccontarla… “ 

Maria Grazia Vai












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