“MENTRE PIOVE, E TU?”
Poesie d’Amore dedicate a...
silloge poetica di Maria
Grazia Vai
con la prefazione di
Virginia Murru e commento critico in postfazione di Maria Teresa Infante
in copertina un dipinto di
Simona Battistelli
Edito da Youcanprint
Una cordata di finissimi
versi dedicata al più sublime e sfuggente dei sentimenti umani, l'Amore,
appunto, che in questa raccolta viene inquisito in lungo e in largo,
protagonista qual è della bellezza e mistero della vita, timone del suo
divenire. Fin dal primo componimento si apre un sipario d'immagini che
rimandano ad una congerie d'emozioni, emozioni che evocano suoni, fruscii,
scrosci di pioggia, un alitare di brezze lontane. E infine la bellezza, verità
ultima delle cose che ci sovrastano, anche quando il pensiero assorbe tutto il
nero dei momenti meno sereni. È una poesia schietta, questa, senza ambivalenze
o contorti deragliamenti in direzioni di pensiero che vanno oltre il tema
trattato. La poesia del resto non racconta favole sul proprio vissuto, ma
istantanee di profili quasi sempre limpidi e reali, fissi nelle retrovie della
memoria, perché l'artigiano del verso sa cesellare con precisione i contorni
delle esperienze forgiate dal proprio tempo, e non indulge in eufemismi. Si
intuisce in questa raccolta il 'bisogno' di verità, la sete di luce che
traspare dal verso, resi espliciti anche dalla citazione di Virginia Wolf:
"Troppo spesso le parole sono state usate, maneggiate, rivoltate, lasciate
esposte alla polvere della strada..."
(un estratto della prefazione curata da
Virginia Murru)
Esiste ogni cosa certa
così come l’acqua che, cadendo dal cielo in terra, riversandoci addosso la sua
liquida freschezza ci porta alla consapevolezza di essere ancora vivi, di sentire
scrosciare l’esistenza sulla pelle. La pioggia succede, non si cura di noi, non
si preoccupa di darci un riparo, così come l’amore avviene senza passaporti e
istanze, senza chiederci se siamo pronti, mostrandoci i suoi mille volti:
goccia a goccia nel ticchettio loquace, o furente e minacciosa come un
temporale, sottile e leggera come umida brina, irruenta e improvvisa come un
acquazzone estivo. La pioggia ti cade così come l’amore accade e nulla possiamo
per arginarne il moto. Versatilità espressiva simile solo a se stessa e
riconducibile a una interiorità creativa in cui le voragini sentimentali sono
scrigni a cui attingere senza tregua. Perché Maria Grazia ci conduce in luoghi
in cui si impara l’amore, e non importa se fa bene o fa male ma è limpido come
gli occhi dei bambini, coniugando il cuore – tempi passati, presenti, futuri –
con l’incanto di chi, pur di vivere, preferisce morire d’amore. La morte di chi
ama, dalle cui ceneri si rinasce donna attraverso un incastro sintattico e
lessicale caratterizzante: “A te si
arriva solo sognando (ma) per fortuna ci esistono le foglie/ che danzando, ci
riempiono i cuscini/e i sogni, tutti: li cullano.” Consapevole
che la poesia non ha bisogno di essere presentata, non avrei voluto essere
prolissa ma le parole sono sgorgate spontanee, sincere e le ho lasciate
irrompere senza arginarle, conseguenti a una lettura che ho vissuto come un
dono. Per questo ringrazio l’Autrice per avermi permesso di addentrarmi con
maggiore oculatezza nella sua poetica, di cui già conoscevo la bellezza, e di
avermi offerto la possibilità di esserle accanto in questo cammino che sublima
il verso e il sentimento nobile per eccellenza qual è l’amore.
Poesia sia, così come “le rose tuonano”
(un estratto dalla postfazone di Maria Teresa
Infante)
MENTRE PIOVE, E TU?
ritorno ai silenzi dell’uva: foglia
di neve tra i binari dell’autunno
quel
tempo ché luce nascosta -e viva-
tra i
solchi dei tuoi rami d’acquamore
settembre
è un giorno che s’inazzurra:
mi
accarezza come germoglio d’alba
e tra gli
amaranti del fiume -spiove-
con la
tenerezza che mi fu casa
(...
grondaia e cielo...)
pioggia
d’inverno: copre e mai nasconde
l’accento
delle nostre margherite
Maria Grazia Vai
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