PARLE-MOI
Pluie et chansons et l’Amour encore plus
(poesie dell’innamoramento)
“Parle-Moi” è una silloge che non si
accontenta della carta e dell’inchiostro:
per usare un’espressione più puntuale,
non si esaurisce con il testo scritto.
L’autrice senza mostrare forza ci dice che l’italiano non basta e rivendica la musicalità del francese, ogni titolo, così, diviene l’incipit che reclama attenzione.
Non solo, ogni poesia viene a determinarsi ontologicamente dall’ascolto di un brano musicale -hic et nunc- ed è un tributo che ella ritiene di dover pagare per “giustificare” e in qualche modo legittimare il suo diritto a comporre.
Per reiterare Vai rivendica qualcosa che appartiene ad altri linguaggi. A volte sono i suoni di una composizione musicale, più spesso, elementi di realtà oggettiva come il sole, il nido di un uccello, i fiori, gli alberi, la pioggia, la luna e le stelle.
Il lettore sarà avvolto dal “sentire intimo” della Vai, vero tòpos della silloge. Inizierà a respirare con lei, non subito e solo se farà attenzione alle carezze.
L’autrice scrive “Mi esisti a dismisura / come i fiori della camomilla / sul fianco dei fossi”…e siamo immediatamente lettori spettatori di amore.
Tra i versi che meglio possono generare aspettative troviamo qualcosa come “Cielo che implora altro cielo”.
La silloge dipinge la pienezza di un intero anno, vissuto nei silenzi e nelle stagioni. Pare di entrare in un universo duale, un rapporto sempre a due, in cui l’amore è descritto in forme idealistiche pure, intoccato dall’invadenza del materialismo.
La silloge interviene tematizzando l’Amore dell’Essere. In una sua composizione, “il solo idioma: possibile o immaginario”.
Il lettore individuerà un altro elemento che contribuisce alla straordinarietà dell’opera, la relazione con alcuni specifici soggetti: il vento, la neve e il silenzio.
Per ultimo, come raccomandazione (o avvertimento) di cui il lettore dovrebbe tener conto prima di immergersi nell’intimismo dell’autrice, è l’irreversibilità: l’impossibilità di tornare indietro: l’immersione è profonda e piano piano ci si abitua a trattenere il respiro e “cambiare ritmo” e, forse, riaprire gli occhi per vedere un mondo migliore, quello in cui ella vive e sogna. Una irreversibilità che ben gestita, nutre lo spirito.
dalla prefazione di:
Renato Ongania
in copertina un acquerello della pittrice
Rita Camillo
edizioni Youcanprit, settembre 2020
(puoi ordinarlo qui)
https://www.youcanprint.it/poesia-generale/parle-moi-9788831692342.html
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