Libera dal bozzolo dei miei
confini
mi spingo fino all’orlo del tuo
fiume
Mi nutro dell’attesa che lambisce
come l’acqua tra le chiatte
ogni sua pietra
Crisalide nei miei mattini,
brusio d’alba piovuto sul fuoco
di tutte quante le mie gole
straziate da mille millenni
d’arsura
quando – improvvisa, la notte
divampava come un roseto
tra il bianco dei pizzi
e del sonno
C’è tanto di te in questo poco di
cielo
tra i flutti di questo invisibile
mare
che scorre, ti comprende
e non ha fine
ma non c’è abbastanza vento
che possa riportarmi
la voce brizzolata di quell’unico
volo
che in questi giorni di pioggia
consuma lentamente ogni radice
L’inafferrabile filo di Arianna
che ti conduce tra i miei cespugli
fino alla riva.
Libero, come l’eco del temporale
sulle sponde assolate
di queste terre -alluvionate
d’Amore
~ · ~
Maria Grazia Vai
10giugnoduemila18
sulle note di “ Somewhere in Time “
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