12maggioduemila18
La tua voce s’incendia d’alba
come terra di strada che punge la vita
Trabocca in larghi sbuffi
dai piedi fino all’orlo delle guance
in grumi di dolcezza -che tutto
come un deserto di luce,
anela quell’ombra che il cielo ha perduto
Da qui a sera, tutti i sentieri
-e anche noi, svaniremo tra le foglie
del glicine in fiore. Senza lasciare
traccia e dolore. Tornerai.
Torneremo nel vento
Così, come l’onda del fiume
-chiamandoci per nome,
costeggerà le dita
costeggerà le dita
di un pescatore d’ aquiloni
Fino a ferirmi di blu
con tutta quell’acqua che in te -vive
e mi contiene.
E intrufolandosi tra l’osso e la sua carne
dipingerà di nuvole e di mandorle
i miei occhi. Tutti
~•~
Maria Grazia Vai
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