La tanto attesa cerimonia di premiazione della
quarta edizione del Concorso Internazionale d’Arte "La Couleur d'un
Poème" si è svolta a Milano il 19 ottobre 2019 presso la Galleria
d’Arte SPAZIO BIG SANTA MARTA in Via Santa Marta 10. Nel cuore di Milano,
nella parte più antica e ricca di atmosfera, dove ancora si può respirare la
Milano medioevale e romana e si possono osservare palazzi storici, chiese,
musei e botteghe in un percorso a ritroso nel tempo, al riparo dalla frenesia caotica
della città.
Evento promosso da ImmagineArte in
collaborazione con Ciaccio Arte Broker Insurance Group, Edizioni
Accademia Barbanera e Associazione Artistico Culturale HELIANTO, a
favore dell'Associazione Nazionale D.i.Re "Donne in Rete contro la violenza",
la prima associazione italiana a carattere nazionale di centri anti-violenza
non istituzionali e gestiti da associazioni di donne.
Parte dei proventi derivati dalla vendita delle antologie è stato loro devoluto, in ragione del 50%. Di seguito riportiamo un estratto del messaggio di ringraziamento ricevuto dalla Presidente dell'Associazione, D.ssa Lella Palladino, e la ricevuta della donazione di euro 675,00 a sostegno dei centri anti-violenza.
Premiati i 10 finalisti delle 5 sezioni in concorso,
capitanate dai vincitori assoluti, rispettivamente: Dario Marelli
(Seregno-MB) per la sezione Poesia; Vanni Giovanardi (Luzzara-RE) per la
sezione Vernacolo; Cinzia Pitingaro (Castelbuono-PA)per la sezione Haiku;
Loredana Locci (Carbonia-Iglesias) per la sezione Fotografia e Anna
Rita Peretti (Roma) per la sezione Pittura.
Carissima Maria Grazia,
le scrivo per ringraziarla per la sua donazione e per la
vicinanza che ci ha fatto sentire. Gesti come il suo ci restituiscono il senso
del nostro impegno a favore delle donne e ci fanno sperare che non siamo sole
ma che c’è fuori dalla nostra rete una sensibilità ed una generosità fatta di
piccoli e grandi gesti.
Le invio un abbraccio e le auguro una buona giornata sperando
di poterla incontrare prima possibile.
Lella Palladino
Apre la cerimonia lo spettacolo teatrale realizzato
dai ragazzi dell’Associazione Artistico Culturale HELIANTO. Lettura delle
poesie vincitrici, interpretate a tre voci da Chiara Angaroni, Antonio Siciliani
e Simone Giarratana. Accompagnamento all’arpa di Patrizia Virgone.
Fotografo ufficiale dell’evento Francesco Pinzi, nonché
finalista della sezione Fotografia (4° classificato, medaglia con menzione d’onore)
Tra gli ospiti d’onore il Maestro d’arte
Alessandro Docci. Sua l’immagine, per gentile concessione, raffigurata
sulla locandina del Bando, sulle targhe e sulle medaglie realizzate e
consegnate ai vincitori e finalisti di sezione. In dono le dieci serigrafie autografate e consegnate ad alcuni degli ospiti presenti alla cerimonia.
PREMI SPECIALI
Premio Memorial
Renata Beccalli Regondi
assegnato
all’autore
CORRADO
AVALLONE
con la
poesia
MALINCONICA DERIVA
Sempre intenso sarà
il ricordo di te, seduta
sulla solita vecchia poltrona verde mare
i capelli arruffati, lo sguardo smarrito
in sentieri privati ed inespugnabili.
Sembra assopito il tuo spirito vitale
né appare chiaro dove corre il tuo pensiero
sempre fiero
rigoroso
talvolta altero e irridente.
Disillusa,
dibattuta tra i ricordi di antiche primavere
e lo squallore del quotidiano,
racconti i tuoi giorni sempre uguali, monotoni
tra inerzia e insofferenza.
Nulla hai potuto
contro questa fatale e malcelata deriva
che, inesorabile e crudele
ogni giorno ti consuma
tracciando il tuo nobile ed amaro destino.
(corrado avallone)
(corrado avallone)
PREMIO PRESIDENZA
DEL PREMIO
assegnato
all’autrice
SARA
FERRAGLIA
con la
poesia
POR UNA
CABEZA
Mi troveranno l’8 marzo, all’alba
La pioggia generosa della notte
avrà lavato via le foglie e il fango
Così almeno diranno: è una ragazza
Suonavano del jazz a pochi passi
- Kind of blue - (forse) e lui mi offrì da bere
S’inebriò della mia voglia scialba,
s’innamorò delle mie calze rotte
La musica cambiò, l'aria di un tango
Sangue e calore - Por una cabeza -
L'ultima nota, l’ultimo bicchiere.
(sara ferraglia)
PREMIO ALLA MEMORIA
dell'artista
CESARE CANUTI
Ringraziamento speciale
all'ASSOCIAZIONE NAZIONALE D.I.RE
"Donne in rete contro la violenza"
SEZIONE POESIA
PRIMO
classificato
DARIO MARELLI
Il cielo tra le vigne
Il cielo tra le vigne sa di terra
e ricordi rubati ai contadini,
di nebbie che non posso dissipare
nel fiato breve dei giorni a venire.
So bene la malinconia ai binari
i fischi di sirena per la schiena
già trafitta da brividi di addio.
E’ cupa la periferia che incontro,
scortese quel suo sguardo di cemento,
troppo duro per coccolare un fiore.
Mi sovrasta la paura del domani
nelle veglie ammutite di speranza
che la notte riveste di silenzio.
Ho conosciuto il tempo della fine
per farmi inizio, atomo di madre,
nella placenta antica della terra
ho ascoltato quel battito di cielo
e ritrovato il cuore e la sua pace.
Ho viaggiato fino in fondo la via
immusonita e triste del ritorno
e ci ho trovato ancora un labbro spento
una parola astratta e scorticata
da un desiderio smorto di infinito.
Ma sa di pioggia il cielo tra le vigne
quando tra le tue mani resta nulla
e muoiono sfiniti pure i sogni.
Mi accuccio fra i filari a testa in su
fingendo il sole sorgere dal colle,
gli occhi fissi a cercare verità.
E lì invento nel vuoto che ho di dentro
la parola che cuce ogni frammento.
E all’orizzonte smuove un nuovo cielo.
(dario marelli)
SECONDO
classificato
ANGELO TAIOLI
classificato
ANGELO TAIOLI
Nel buio
breve
Così, rimani sola un’altra volta,
a riempire di cera e di pazienza
la dimora del tarlo che sfarfalla
a legare i bracci delle rose,
a sfidare la ruggine dei giorni
dalla trincea azzurra delle ortensie.
Sai, è tutta in salita la strada
che mi riporta alla pianura, all’afa
che affolla le fontane, alla brace
di questo interminabile tramonto…
Non ho scordato l’oleandro, le
briciole
di pane ai pesci rossi…
(solo, a volte
il posto, il senso delle cose, quale
il fiore da cimare alla verbena
o quale la parola da salvare…
- e provo a fermare il respiro
e ancora tornarti vicino
tra i fiori timidi dei castagni,
nel buio breve dell’estate, a spiare
il misterioso amarsi
delle stelle -)
(angelo taioli)
TERZO
classificato
VALERIO DI PAOLO
classificato
VALERIO DI PAOLO
La famiglia che non c’è
Oggi la mamma è andata
alla stazione da sola.
Mi diceva che era
stanca di aspettarvi.
Aveva qualcosa che le
correva dentro,
qualcosa che non
trovava la via d’uscita.
Quando è andata via
aveva gli occhi
di chi ha visto
soltanto le partenze.
Stringeva nella mano un
biglietto senza destinazione.
E’ venuta a cercarvi in
un luogo che non c’è.
Portava un po’ di
azzurro sotto le ciglia
ma era un cielo senza
voli.
Quando arriverà
accoglietela come si conviene,
fatele trovare un paio
di scarpe da notte,
l’ultima volta che l’ho
vista aveva i piedi freddi.
Fatele trovare anche
una vestaglia calda:
poi tornate a casa
tutti e tre.
Fate presto prima che
si freddi tutto.
E’ entrato il freddo
nella cucina,
è entrato e non trova
più la via d’uscita.
Io vi aspetterò baciando
una nostra foto in bianco e nero,
la foto di un giorno
d’estate, in riva al mare.
Quando tornerete,
apparecchierò io per quattro,
apparecchierò nella
cucina che non c’è.
Metterò il paiolo sulla
stufa accesa
e preparerò una polenta
profumata,
una di quelle fumanti
che appannano le finestre;
poi piangerò lacrime di
vetro.
Ma prima cercherò tante
coperte
non so quanto ce ne
vorranno per riscaldarvi,
non so quanto caldo ci
vuole per chi ha così tanto freddo.
Allora nella cucina
tornerà un suono di fisarmonica
e ciascuno avrà il
proprio sorriso
quello un po’ sporco di
sugo,
di quando la vita ci
guardava in faccia.
Oggi però la stufa è
spenta,
anche l’estate sulla
foto è spenta:
è rimasto solo il
freddo in una tasca vuota.
Non ho più i sassolini
né le briciole di Pollicino,
non so più dove si
trovi la via di casa.
Frugherò in mezzo alla
cenere, nella stufa spenta,
è lì che cercherò la
via di casa:
la
casa che non c’è.
(valerio di paolo)
MENZIONE D’ONORE
quarto classificato
BENITO GALILEA
Ai segni che circondano le acque
Essere volevo non l’esempio di rosari
che gli uomini fingono d’amare, non il cherubino
illustre che illumina se stesso di parole,
bensì la corda che lega la terra dei bambini
ai colori dell’aria, una meridiana lasciata
sulla spiaggia, la foglia che volteggia
al cielo in autunno, il pensiero sublime
degli oppressi, l’uomo in ginocchio che piange
delirando in un convento abbandonato
Ed in questi dormiveglia rusticani
a lungo ti ho pensata ed eri dentro
un quadro coi fiori gialli di Van Gogh,
in una bettola con quattro bevitori occasionali,
sotto una trave con una lanterna accesa.
Così ho messo in un cantuccio il vestito
delle feste coprendolo con le margherite
che le donne dei fiumi m’hanno donato,
ereditando al largo le nenie dei barconi
affossati nei silenzi prima di naufragare.
L’acqua della vita a volte riporta ad isole
passate, tra quelle veglie stellate dove anche
in città è possibile scoprire le tante meraviglie
di una volta: i ciclamini appena nati giù nel bosco,
la valle dei pescheti, una donna che senza alzare
gli occhi continua a carezzare ancora il lago.
E quando ci mancherà il coraggio del non dire
potremo regalarci alla disubbidienza dei sogni,
volando tra le cince ai margini dell’acque dove
il nostro cappotto di papaveri e ginestre percorrerà
la valle dei templi, posandosi accanto a piccole
gatte che sgravano in silenzio rimirando le stelle.
(benito galilea)
MENZIONE D’ONORE
quinto classificato
FRANCA DONA’
La luce di
una stella
C’è ancora un po’ di rosso
-una rosa al primo appuntamento-
ma del profumo non è rimasto nulla
nemmeno la tenerezza d’un ricordo.
Ho labbra e occhi bagnati dal rimpianto
per una voglia di morte vissuta ogni sera e ancora
il giorno dopo, sempre. Ho dimenticato e confuso
oroscopi e stagioni, bacche rosse e nuvole di pesco
la voce soffocata dalle mani sulla gola, lividi pensieri.
La pelle è un muro bianco su cui hai inciso le tue tacche
il ventre preso a calci troppe volte non sarà mai culla.
Mi resta questo nido a mani schiuse
su ferite aperte e cieli da proteggere,
radici scavate fino agli inferi, l’oltraggio
di chi per capriccio decida la mia sorte
se e cosa ho meritato, in questo mondo.
Non avrai il mio silenzio
avrò sembianze in volo di un uccello
la voce dell’albero tagliato che risorge
sarò contro il silenzio la voce implacabile
che urla contro il male sulla donna
sarò il canto di una foglia, la luce di una stella
che non potrai mai spegnere nemmeno con la morte.
(franca donà)
MENZIONE D’ONORE
sesto classificato
TERESA ROSITO
IL PIANTO DELLA MALVAROSA
La mia terra passa
per strade pigre
- assolate -
costeggiate dal pianto
della malvarosa;
per campagne solitarie
aperte sui sassi,
per nidi magri dove
l'allodola si tuffa stanca.
Passa tra spighe
piegate dai venti
e ginestre assiepate,
tra chiome, rami scarni
e fiumare spente.
La mia terra è nelle
case contadine
con gli scarponi
slacciati
appesi ai chiodi,
nelle credenze vuote,
sul pane indurito della
settimana.
La mia terra la trovi
nelle stanze buie
dove madri
s'inginocchiano a quotidiani rosari
accanto ai grembiulini,
ai colletti bianchi
degli amati figli
partiti e mai tornati.
Questa terra la respiri
nelle zolle callose
asciugate dal sole,
negli orizzonti colmi
di cielo,
nel silenzio d'un fiore
che difende lo stelo,
in quel bruco di terra
che s'affanna all'ombra
di fascine sciolte
e radici immacolate.
(teresa rosito)
MENZIONE DI MERITO
settimo classificato
MANUELA MAGI
NOI
Sarai quel ramo di rosmarino verde
a profumarmi la carne negli inverni gelidi
e quel rosario appeso al chiodo arrugginito
e quella luce tra le feritoie buie.
Intanto, la coltre bianca sopra i muri,
sta nascondendo i miei confini e la distanza
che noi riusciamo ad arginare, sempre,
pur se l'assenza ogni volta ci somiglia.
Sarai come quel legno verde accatastato
e quel disegno appeso alla parete,
mentre stamane ero a ricercare il verso
tra trucioli dimenticati e fogli stropicciati.
Ma, ascoltami col cuore e non pensare ad altro,
ricordo di essermi smarrita tra le lenzuola bianche
e poi caduta dentro al sonno tempestoso di un dolore
ma era un giorno spento, un usignolo muto.
Forse anche io sarò brughiera
se penso che la nebbia copra il mio profilo
e dell'autunno io ne faccia stagione avversa
(manuela magi)
MENZIONE DI MERITO
ottavo classificato
ANTONIO CONTOLI
Mio fratello
Mio fratello consuma la giornata
sulle panchine di Piazza Vittorio,
con la valigia accanto, inzaccherata,
che puzza peggio di un orinatoio.
Il giorno dalla notte non distingue,
usa la strada come dormitorio.
Mio fratello ti parla in cento lingue,
a metà strada tra realtà e finzione;
lo sguardo fisso lo contraddistingue,
quando entra nei bar della Stazione.
Ha gli occhi di un bambino e il cuore puro;
naufraga in mezzo a un mare di persone.
Ho una sorella che lavora duro
in un Centro Massaggi Thailandese;
non si tira mai indietro, ti assicuro,
a chi le dà la mancia ed è cortese.
Brucia con l'oppio tutti i suoi dolori,
tirando avanti, mese dopo mese.
Ho due fratelli che erano i migliori
tra i musicisti della mia città...
Adesso fanno a turno dentro e fuori
tra la galera e la comunità.
Per acquistare polvere di stelle
hanno impegnato anche la dignità.
Ho perso il conto delle mie sorelle
che han visto spegnersi nel mare il frutto
del proprio grembo; sulla loro pelle
per sempre ne conserveranno il lutto.
Sul comodino gocciola la cera,
davanti ai figli che ha inghiottito il flutto.
I miei fratelli quando si fa sera,
insieme a tutti gli altri poveretti,
che sia d'inverno, estate o primavera,
fanno la spesa... dentro ai cassonetti.
C’è chi ne vuole far tabula rasa,
li schiaccerebbe come degli insetti.
Sono vent'anni che ho lasciato casa,
che vado in giro e che conosco gente;
con la coscienza sempre più persuasa
che il pregiudizio uccide lentamente.
E sto cercando ancora gli ingredienti
per riconoscere un fratello mio
non dai vestiti, né dai lineamenti,
né da chi prega quando prega Dio...
(antonio contoli)
MENZIONE DI MERITO
nono classificato
MARCO MARRA
ORE TRE E TRENTASEI
Amatrice, 24 Agosto
2016
Il cono di luce
svanisce, ancora una volta,
nello spettro del
campanile incolume.
Gli occhi rapidi e
infossati
si chiudono fra pareti
ovattate e lattiginose,
poi il frammento di un
sogno reciso
mi sottrae alla
coscienza;
non sento più il corpo,
mentre mi aggrappo a
una vuota impotenza.
In un groviglio di
labbra secche e impastate
il cuore sbraita nel
petto;
pulsa, come il ricordo
di una speranza perduta.
Avverto soltanto la
terra fremere
come in preda a tumulti
spietati e infiniti:
sono gli attimi delle
mani inconsulte,
delle vite spezzate,
soffocate dall’urlo di
una sofferenza muta.
Sui campi inviolati
spira il profumo
del grano appena
falciato,
vibra il richiamo di
una felicità lontana;
niente s’acquieta al
risveglio
ed io
con una supplica cerco
l’azzurro del cielo.
(marco marra)
MENZIONE DI MERITO
decimo classificato
CORRADO AVALLONE
FORSE TORNERO'
Forse tornerò, chiamato
dai ricordi
e dal desiderio di
ascoltare quelle voci
che antiche e sapienti,
giorno dopo giorno
costruivano la casa
della nostra maturità
e dei nostri destini.
Forse tornerò
per cantare l’allegria
delle ginestre
l’intenso azzurro dei
cieli marini
e l’inconfondibile
aspro sapore di salsedine
liberato dalle raffiche
di tramontana.
Forse tornerò
per rintracciare quei
preziosi frammenti
di allegria e di
certezze
allora presidio e
garanzia di gioventù
la più bella e straordinaria
stagione della vita.
Forse tornerò
soffocando la paura di
perdere il sogno
ed il timore di
specchiarmi attonito e incerto
in volti diversi,
affaticati e dalle innocenze perdute.
Forse.
(corrado avallone)
FOTOGRAFIA
PRIMO
classificato
LOREDANA LOCCI
con l’opera
SOLITUDINE
SECONDO
classificato
ANDREA SABATINI
con l’opera
L’UNIVERSO IN UN ATTIMO
TERZO
classificato
MASSIMO SPAGNA
con l’opera
VOLEVO SOLO DIRTI
MENZIONE D’ONORE
4° classificato
FRANCESCO PINZI
con l’opera
IL VOLO
MENZIONE D’ONORE
5° classificato
MARIO ALIPRANDI
con l’opera
LAVORI
MENZIONE DI MERITO
6° classificato
OSVALDO CROTTI
con l’opera
LA QUIETE SUL LAGO
MENZIONE DI MERITO
7° classificato
MANOLA GINI
con l’opera
LA FEDE SOMMESSA
MENZIONE DI MERITO
8° classificato
FIORENZA FORNASARI
con l’opera
IL RESPIRO DEL TEMPO
MENZIONE DI MERITO
9° classificato
RITA SIMONETTA SARCHI
con l’opera
POZZA
MENZIONE DI MERITO
10° classificato
ANTONIO CONTOLI
con l’opera
PRIMA CHE VENGA GIORNO
HAIKU
PRIMO
classificato
CINZIA PITINGARO
con l’opera
il nostro incontro-
l’odore delle rose
sparso nel vento
SECONDO
classificato
MARIA TERESA PIRAS
con l’opera
luci dell’alba -
il cinguettio dei merli
riempie il cielo
TERZO
classificato
MARIA TERESA SISTI
con l’opera
separazione
-
nell'alba
si assottiglia
l'ombra
del buio
MENZIONE D’ONORE
4° classificato
ALESSANDRA CARNOVALE
con l’opera
fichi maturi -
sulla battigia
rotti
due racchettoni
MENZIONE DI MERITO
5° classificato
DAVIDE CARELLA
con l’opera
Mare d’inverno.
I pianti dei
migranti
nelle
conchiglie.
MENZIONE DI MERITO
6° classificato
MARIA CARLA PELLEGRINI
con l’opera
sonnecchia il gufo
tra fronde di castagno -
l’alba s’appresta
MENZIONE DI MERITO
7° classificato
MARCELLO SIGNORINI
con l’opera
Nuvole dense_
la pioggia mi sorprende
in mezzo al grano.
MENZIONE DI MERITO
8° classificato
ANGIOLA INGLESE
con l’opera
chicchi di riso
sul sagrato di pietra
ultime rose
MENZIONE DI MERITO
9° classificato
MARGHERITA PETRICCIONE
con l’opera
quante lucciole…
ed un campo di fave
diventa cielo
MENZIONE DI MERITO
10° classificato
ENRICO PARRAVICINI
con l’opera
Rondini attese
a disegnar le ombre
sul suolo freddo.
PITTURA
TERZO
classificato
MARINELLA PASQUALI
con l’opera
Ponte De La Piova - Venezia
(olio su tela)
MENZIONE D’ONORE
4° classificato
CARLA COLOMBO
con l’opera
E
se tutto finisse qui...
(olio a spatola su tela)
MENZIONE D’ONORE
5° classificato: ex aequo
MARCO PERNA
con l’opera
Pietà
(olio su tela)
MENZIONE D’ONORE
5° classificato: ex aequo
CARLA SAUTTO MALFATTO
con l’opera
Nudo Blu
(olio su legno)
(olio su legno)
MENZIONE D’ONORE
6° classificato
LIA FANTONI
con l’opera
Io
sono, Io so
(acrilici, collage su tavola)
MENZIONE D’ONORE
7° classificato
SERGIO
RIVIERA
con l’opera
Lucente è l'Alba
(acrilico)
MENZIONE D’ONORE
8° classificato
CESARE
CANUTI
con l’opera
FROSTIG
MENZIONE D’ONORE
9° classificato
ANTONINA
GIOTTI
con l’opera
SIMBIOSI
MENZIONE D’ONORE
10° classificato
CATIA DESTEFANI
con l’opera
Il pensiero e la collina
(olio)
TUTTE LE OPERE IN CONCORSO
in un video di ImmagineArte
VERNACOLO
PRIMO
classificato
VANNI
GIOVANARDI
con l’opera
AL
PRÖM MUVIMÉNT
In sal bancal dl’alba, frèschi
a s’arposa li rösi dal pröm ciel,
quand, vèrta in sband, l’aria ad
mag
la sa sgranda.
Cme un prufil d’ali negri in vul
ta ta sposti li tö ciglia dal
cusèn
muland al cunfèn di’insogn
l’imprunta dal tö suspirar.
Al pröm muvimént di labar
l’am ciama
e pröma che la lüsz
l’as vaga a pugià in sal suler
chi pètai rösà
in n’angul dal védar
iè bela dvantà pruföm da baszar
regal d’un fià d’òra
scapà dai dì dli man
(vanni giovanardi)
SECONDO
classificato
ENRICO
SALA
con l’opera
La
stagioeun dulza
Soeu la soeuja di scighér,
la se slunga l’umbrìa
in del giardeen
e l’urténsia
lè adree a ciapaa
ul culuur de la rügin
intant che la grosa rùgura
la banduna i foj
e la và a durmee
tra i sò quàter bròcch.
L’è la stagioeun dulza
che, in di solch scuur
di sò màn, la cunsula l’età.
E voeuri güstala tüta,
sgagnànd loeunn smemuraa
e tèved seer,
perché el soo
che la dà nò replich.
(enrico sala)
TERZO
classificato
Antonio
Albanese
con l’opera
PIRDÌRI
Supra a nnu viliero fantasma
o a nna scialuppa i cartuni
puru si l’orizzonti non si viri, i cca ssutta n’ fundu
supra a sto latu o a l’atru latu ru mundu
puru si faci accussi schiantu u mari
chiddu ch’ vali è caminari,
cull’anchi mbriachi,
i nostri carti truccati.
Occhi i ladri chi pirdìru
nta na manu sula
n’ mezzu a mala sorti e n’ bicchieri i vinu
a refurtiva e u destinu.
Ch’i nostri masceddi i vitru, puru si faci mali …
Supra a sto focu chi non sapi scaddari
sapimo ancora soffiari.
Milli vvuci dintra a’notti fanno un sulu silenziu,
ma ch’ sapi graffiari;
canti graffi silenziusi, nta sta notti…
ch’ vulissi urlari.
(antonio albanese)
MENZIONE D’ONORE
4°
classificato ex aequo
Nadia
Pascucci
con l’opera
TORRAT RUNDINES
E torran in veranu sos colores
cun sas rundines a s’insoro nidu
torrat su cor’ a mutire sididu
vintu no l’ana frinas e rigores
sa campagna est piena de fiores
cambiadu at arcana su vestidu
Torrat sa vida a leare su volu
Cancellanne totue pena e dolu
Veranu de ispera vestis tue
S’iverru de su coro in petus meu
Focu m’allughes a su tristu afeu
in su chelu isparghennelu totue
Torra deretu prestu veni tue
Canzella dae mente custu anneu
Custa iverrile pesante amargura
Ispanna chin s’amore e sa natura
A tie pedo custu solamente
No mi lessas inoghe galu solu
Prenami de afetu e de consolu
Abbagliami de lughe risplendente
In rajos d’oro tenemi caente
In sas aeras leamiche a bolu
Dami bramas de vida e d’ispera
Allughemi che dulche
primavera
(nadia pascucci)
MENZIONE D’ONORE
4°
classificato ex aequo
Enrico
Giacomelli
con l’opera
Le
rose dei matti
Fiorissi in magio
le rose dei matti
a San Giovàni
le rose fiorissi
de ognidùn
che camina
co' l'ànda sua
pe'l parco dei
mati, camina
pe'l parco de tuti,
el peto slargado
in respiro.
Boche seràde jera
e zìghi, indove che
brazi e lingue
'deso sligade, rose
pertuto ga impiantà,
soto de un ziel color
de Marco Caval,
azùro forte,
che tuto scoverzi.
Anca el taser mio,
serado in bòcolo
de rosa, xe fiorì
verto se gà in ciento
petali spetinai,
tra le tue man
de tera bona
che le radise de
le mie man strenzi.
Biondo sol, ti
tòcime in màce
de ciara luse e
mi buterò
ombre de
tuti i colori.
(enrico giacomelli)
MENZIONE D’ONORE
5° classificato
Mary
Massara
con l’opera
Cör d'ūlbra
S-ciavensa drucà, sit da cūntula
sfrisà di sgrinfji d’un temp a-sgarón
a la to umbra as nūsma la miula,
scūndù int i mūr e in tūti
i cantón.
Cup a-sfargūjà
da na mara sūcina
runda ‘d lūnari, carusèl
da stagión
cantà insèma cun na vus in surdina
da giromèta stunà ‘mè ‘n curnagión.
…E nūn a buca vèrta…
Cercutón ‘d sogn a catà stu fiur
sgresg, a la bassura d’un dì tevidin
int un silensi inrarì e nibià da scūr
sǜ i pass da cul ǜltìm
San Martin.
…E nūn ingabulà di ricord…
Di nòstar öcc a sguta l’or lūsent
di bèli giurnà sensa ‘n duman,
cör d’ūlbra spantegà
dal vent:
al git dal gel sarà sǜ int i man.
(mary massara)
MENZIONE D’ONORE
6°
classificato
Carlo
Ferraris
con l’opera
Spitândâ la so sirâ
Un vigin su lâ rivâ d’un canal,
satà su un scagnin
sutâ un’umbrelâ che lâ trabalâ
ogni voltâ che âg bufâ al vênt
âl sentâ nâncâ al têmp che al pasâ da fiânc.
Lè là, g’smiâ cuntênt:
al pâscâ al trà al lamòn,
al guardâ al galegiânt cun jocc fiss:
“ As sa mai che al bucâ
e mi âm n’incorgiâ nâncâ “
cuschì âs ligivâ in tl ‘espression
d’la so faciâ rugusâ.
Ma dentâ ad lù al masênâ
tutt’ altâr pênsiêr.
Quând l’acqâu l’è fermâ
e al pödâ spigiass,
âl vâdâ sui so rugh
la vitâ che l’hâ pasà:
tuti i sacrifisi, i so sudisfasiôn,
tutt cul che âd bell ga vu
e adess a gl ‘ha pù,
i fiò che sân pers
pâr i sentiêr dl'â
vitâ,
unâ donâ tropâ bravâ
che pâr un schers dâl destin
l’è stai ciamà in ciel
tânt têmp primâ ad’ lù….
e lù l’è lì che spêtâ
su lâ rivâ dâl canâl,
fândâ fintâ dâ interesass ai pâs.
Forsi nâncâ lù
lâ gà al curagg dâ dis la verità,
che lông â cul canal
cun una canâ in mânn
â spêtâ la so sirâ.
(carlo ferraris)
MENZIONE DI MERITO
7°
classificato
Nerina
Ardizzoni
con l’opera
Cmàc
Un sòn farmèda a Cmàc,
a i ò incuntré la magìa
dèntr un spèc d'aqua ad vàll e funtanìa.
I uc avèrt di canèl i m'an ciamé
e mé incòsa a gh' ò cunté,
i m'an rispòst ad lasèrum cunèr,
ad guardèr al strèl, ad lasèr a rìva i mél.
A gh'ira na barchéta bandunèda,
agh sòn andèda dèntar,
a l'ò pruvèda,
la s'è livèda in vòl sòvr i canèl,
tramèz càn e nadréna
i ò vèst al mèr.
Na putléta, in dla nòt, vulèva pral schèl,
fórsi un ànzal, ch'al sa vliva lughèr.
o na spósa, gnùda da luntàn,
a zarchèr un sàndal, fén dal tènp di Rumàn.
T'arès psu cójar al strèl col man,
se an gh' fòs brìśa stè la lòna
a fèr al guardiàn;
se pò ta ślóngh na man a sparés incósa,
e a gh armàgn sòl dla sàbia smòsa.
Con la còva dl'oc a i ò vést un frè
scapèr in scantunèda,
tròp grànda la blèza par èsar biaśimèda.
Se t'at fèrm a Cmàc brìśa avèr pòr
at pù turnèr putén ènch sòl in d n'òra.
(nerina ardizzoni)
MENZIONE DI MERITO
8°
classificato
Andreina
Solari
con l’opera
CARTOLIÑA DE VËI
L’emmo còllou de strangoggion
l’agrodöçe boccon de l’etæ singaa
co-o pëto affrecciou da mille batticheu.
Cioccheuie de fùrgai
inte l’etæ laddroña
asgreiâ à ciappâ a càmoa
da coæ sensa trattegno de rebighi de xeoui
abbrettio, dapeu ascordæ
drent’a-i nïi gräi de seunni.
Me vegne in cheu
d’un giorno che no ô so dî...
Imbarlugæ da remoin d’inäi
se semmo incallæ into caroggio ciöso.
Inte moen, fraxelle
à ascciaî ascosi scorsaieu
d’erba asbrionâ, da scerbâ.
Ancheu, à siassâ garbuggi de poule
no n’arresta ätro
ch’a perlengueuia stranscia
do nostro arregordâ.
Saviëmo a-o manco arregheugge
o fruto mâ ascoso
appeiso a-o brasso pëio
de l’erbo da-o tempo despuggiou?
(andreina solari)
MENZIONE DI MERITO
9°
classificato
Giuseppe
Gerbino
con l’opera
VOLA CU MIA
Comu Aladinu, certi voti, volu
dintra la budda di na magaria,
ma 'un haiu lu so tappitu, sutta a mia
c'è un fogghiu biancu, a versu d'un linzolu.
È ddocu chi la menti smaciddìa,
'n capu ssu fogghiu chi addiventa azzolu
a picca a picca. 'Un toccu mai lu solu,
mentri la menti mmagina e strammìa.
Suvrasta li muntagni e li chianuri,
firria lu munnu nteru nta un mumentu,
ci sunnu voti chi nun havi abbentu
e certi voti va a rallintaturi.
Si volu nun c'è nuddu patimentu,
scacciu li peni e tutti li sturturi,
provu ogni sintimentu e lu duluri
mi passa e 'un pigghia chiù lu supravventu.
Si nun ci cridi, acchiana cca cu mia,
lu postu c'è, scarapucchiamu nzemi
lu celu e si la vita affuca e spremi,
sprimemu ad idda cu la fantasia.
Chista è na varca chi nun havi remi,
nun servi forza e mancu gran valìa:
sulu la vuluntà, la bramusìa
di 'un arristari 'n portu. Tu talia
lu suli, è cca, lu tocchi cu li manu,
acchiappa pi la giacca la to vita,
cumannala chi è assai chiù sapurita!
Lu sacciu chi ti pari troppu stranu,
afferrala sta manu chi ti nvita;
curaggiu, chi ti portu assai luntanu,
dunni si svela lu misteru arcanu,
dunni rispiri l'aria chiù pulita…
(giuseppe gerbino)
MENZIONE DI MERITO
10°
classificato ex aequo
Edoardo
Penoncini
con l’opera
Pasàr e andàr
J’aŋguìll
coŋ la paŋza gravda
ill tórna iŋ
mar,
ill vdéŋ
pasàr a braŋch,
falìstar d’aqua ślavrìdi
a magnàr bigatèli e
bisulìŋ
quand l’intamburìr dal
ziél
al sèra j’òć
al dì e all paròll int ill cà;
adman a turnarà a pasàr
d’j’altr’aŋguìll,
aŋca
nu andréŋ óltra
sta tèra scà
còta dal sól
tra nùal ad pólvar
ch’ill fóga biastémi e paròll.
(edoardo penoncini)
MENZIONE DI MERITO
10°
classificato ex aequo
Santi
Cardella
con l’opera
Doppu 'a guerra
Haiu un cappidduzzu
beddu, sapuritu,
quannu mi l’haiu a
mettiri,
quannu mi fazzu zitu.
Scinnu pi lu Cassaru
acchianu pi Panneri,
tutti chi mi salutanu
bongiornu,Cavaleri!
Lu sentu ancora ’u
cantu di me matri
mentri lavava i piatti
’nt’a cucina
e l’alligria arrivava
’nsinu a nuatri
ca criscevamu a pani e
lattuchina.
Ed iu m’immaginava di
passiari
cu ’stu cappeddu
’nsirragghiatu ’n testa,
ca ’un ci vinissi ’u
sfiziu di vulari
comu aceddu,
arrubbannumi la festa.
Quantu a farimi zitu
’un ci pinsava,
però già mi piacia na
picciridda
d’ott’anni comu a mia
ca s’annacava
ed iu, alluccutu, stavu
appressu a idda.
Comu passaru
sittant’anni e rrutti?
Quannu finiu l’età di
la ’nnuccenza?
Prima ca ’a terra nni
cummogghia a tutti,
si, mi piacissi
riincuntrari a Enza.
Ma no china di rughi e
di duluri,
arripudduta e stramma
comu a mia,
ma profumata e bedda
comu un ciuri.
E appressu…un
picciriddu ca ’a talìa.
(santi cardella)
Durante la cerimonia sono state consegnate e presentate:
l’Antologia artistica “ di tutto quel rosa che non ti ho mai detto…” che contiene una selezione delle migliori opere pervenute al concorso. In copertina “ FIAMME” di Anna Rita Peretti, opera vincitrice assoluta della sezione Pittura (edita dalle Edizioni Accademia Barbanera) e le sillogi in premio ai vincitori di sezione Poesia e Haiku, (edite dalle Edizioni Accademia Barbanera): “Il cielo tra le vigne” di Dario Marelli e “l’odore delle rose” di Cinzia Pitingaro
IL CIELO TRA LE VIGNE L'ODORE DELLE ROSE
IL CIELO TRA LE VIGNE L'ODORE DELLE ROSE
Un sentito ringraziamento ai giurati delle 5 sezioni in concorso.
POESIA
Presidente di giuria: Gianluca Regondi
Nunzio Buono, Carla Maria Casula, Virginia Murru, Italo Zingoni.
HAIKU
Eufemia Griffo, Valentina Meloni, Davide Benincasa, Lia Grassi, Pasquale Asprea e Marina Bellini.
PITTURA
Presidente di sezione
Riccardo Vasdeki, maestro d'arte
FOTOGRAFIA
Presidente di sezione: Nicola Calì, fotografo.
Un immenso e sentito ringraziamento alla madrina del concorso
SIMONA CARBONI
per esserci stata in ogni momento
(spora di luce tra i tacchi di montagna)
Agli autori e gli artisti che si sono iscritti al
concorso, ai numerosi presenti, a chi non ci ha potuto raggiungere e
a tutti coloro che vorranno farlo nella prossima e imminente quinta edizione
“… la Vita è una tela che
ci disegna prima ancora che i nostri passi conoscano la luce. Quando questo
accade, lei ci passa i colori, lasciandoci tra le mani del tempo il compito di
continuare a riempire ciò che oggi è bianco e che domani lo sarà di nuovo. E
quello che ci rende speciali è il coraggio di desiderare ogni giorno una nuova
tinta. E raccontarla… “