Come di foglie che stagnano il
cielo
si sdraiano le luci che non
hanno pace
e un trascinio di passi
guida la tua assenza.
Ogni gesto è un calpestio di
fiati,
un lungo vociare di candele,
di ombre e di numeri appesi alle
pareti
e di labbra che avevano parole
e fiori palpitanti nei giardini
Ogni passo ingiallisce ogni
rumore
e questa pioggia che non vuole
tacere
mi racconta mille volte la tua
storia,
mille tracce a sferzarci le
impronte
come un dondolio di grano sopra
il ventre.
Come fiori sulla tovaglia della domenica,
in questo giorno di festa
che - t’indossa -
di quel colore che solo le mie
mani
sanno dire, senza chiamarlo per
nome.
~·~
2novembreduemila18
Maria Grazia Vai