« Morivi mille volte
più di quanto puoi aver
vissuto.
Ogni ora di ogni
giorno.
Ogni spina, ogni
chiodo nel legno.
Colpevole d’averlo
amato.
Ora -seppur viva-
sei spenta.
Sei una rosa rossa
di sangue, nel buio di un muro
senza nome »
Le braccia ancora accese
cingono i fianchi scarlatti del
caos.
L’azzurro cinguettio del fiato
ristagna sui quaderni dell’amore,
tra nidi pungenti e lenzuola
-sollevate come gambe al cielo-
Quel cielo crocefisso
che pregavi di nascosto
tra le ciglia e le mimose
sul tuo letto di sposa
Ora -seppur livida- sei bianca.
Regina inghirlandata di singhiozzi
trascini le parole sulla tua bocca
di piume
Sei una rosa rossa di sangue
nei riccioli di un nastro.
Nel vento. Senza nome.
Sei pioggia tranquilla, sulle
tegole
e le viole
Maria Grazia Vai
ottobreduemila16